Bergamo, 20 giugno 2020 - Saranno interrogati martedi dal gip padre Antonio Zanotti, 73 anni, fondatore della cooperativa Rinnovamento, con sede legale a Romano di Lombardia, il presidente Anna Maria Preceruti e l’economo Giovanni Trezzi (tutti e tre ai domiciliari) finiti nei guai nell’inchiesta della procura sull’accoglienza ai migranti e richiedenti asilo. I carabinieri, coordinati dal pm Fabrizio Gaverini, cercano di far luce anche sul trasferimento di denaro guadagnato illecitamente, in particolare facendo risultare presenti nei centri accoglienza ospiti che poi si erano allontanati. Denaro, stando alle contestazioni, che poi sarebbe stato reimpiegato in attività economiche e imprenditoriali mediante due ditte slovene e alcuni negozi, anche di abbigliamento.
Contemporaneamente proseguono anche le indagini del filone che riguarda la cooperativa Ruah e l’associazione Diakonia: entrambe hanno dichiarato massima collaborazione con la magistratura. Intanto nel mirino è finito anche un appalto per il portierato sociale nei quartieri disagiati che il comune di Bergamo ha destinato a un progetto alla Grumellina. Un appalto da 67.500 euro, dal 2018 affidato direttamente alla cooperativa sociale Pugno Aperto. Un episodio non direttamente collegato all’inchiesta sull’accoglienza dei migranti, ma che con tutta probabilità è inglobato tra i vari filoni dell’indagine. Proprio per far luce su questa circostanza i carabinieri hanno fatto un blitz negli uffici comunali di via San Lazzaro, dove si trova l’assessorato ai Servizi sociali, per acquisire documenti e notificare tre avvisi di garanzia, al dirigente delle Risorse umane e dei servizi alla persona del Comune, al responsabile della direzione dei Servizi sociali e educativi e al referente della cooperativa Pugno Aperto: si sono detti tranquilli perché tutto regolare.