TELGATE (Bergamo) – Paura domenica, una manciata di minuti dopo le 9, al polo logistico Notino, nella zona industriale di Telgate, all’interno dell’Akno Business Park dove convergono flussi distributivi per Italia, Spagna e Portogallo dall’e-shop specializzato nella vendita online di profumi e cosmetici in tutta Europa. Una struttura di 13.300 metri quadri su quattro piani, che può contenere fino a 100mila scatole. Cinquantadue persone al lavoro in azienda sono rimaste intossicate a causa di liquami sparsi nei campi agricoli vicini alla struttura.
Sul posto, dopo l’allarme, i medici del servizio 118 che hanno visitato 52 dipendenti: 16 sono stati trasportati negli ospedali di Seriate, Ponte San Pietro, Papa Giovanni XXIII di Bergamo e a Chiari (Brescia) con sintomi da intossicazione: mal di testa, mal di pancia, nausea e vomito. Nessuno di loro ha riportato gravi conseguenze, ma sono rimasti per diverse ore sotto osservazione del personale medico.
Sul posto sono intervenuti un’automedica, l’auto infermieristica, sette ambulanze, quattro furgoni di supporto per il trasporto dei pazienti, vigili del fuoco, forze dell’ordine e tecnici di Ats Bergamo. In un primo momento si era pensato che a provocare il malessere degli operai fosse stata una fuga di gas. L’Agenzia regionale emergenza urgenza (Areu) però ha fatto sapere che “a seguito di verifiche effettuate sul posto dagli enti di competenza si conferma intossicazione causata da liquami sparsi in alcuni campi agricoli adiacenti al polo logistico”.
“Ho avuto veramente paura – la testimonianza di una delle 52 addette visitate dai medici del 118 – Stavo lavorando con i miei colleghi nel capannone quando ho iniziato ad accusare mal di testa, nausea e conati di vomito. All’interno c’era un odore persistente, pensavo fosse gas. Una volta fuori e dopo essere stati visitati, ci hanno invece comunicato che la causa era lo spargimento di liquami nei campi agricoli che si trovano vicini all’azienda. Per fortuna le mie condizioni sono migliorate quasi subito e non sono stata costretta ad andare in ospedale, come è invece successo ad alcuni miei colleghi”.