Centinaia di persone, in maggioranza stranieri (prevalentemente egiziani, indiani e pakistani) circolano sulle strade senza aver mai superato l’esame teorico per ottenere la patente. Quella in loro possesso è farlocca, avuta in modo illecito. Pagavano, da 2mila a 4 mila euro per il pacchetto compreso. "Uno degli obiettivi di questa indagine – ha sottolineato il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota – è quello di evitare che circolino persone senza il titolo di guida che possano causare incidenti stradali. A partire da oggi e con la collaborazione delle Motorizzazioni sul territorio, la Polizia stradale di Bergamo (e non solo) proseguirà con le indagini e con la revocazione delle patenti ottenute in modo illecito".
Appartengono a quelli che hanno "comprato" il documento di circolazione "appoggiandosi" a un’organizzazione criminale sgominata dopo un’intensa attività di indagine denominata "Transformers" condotta in prima linea dalla Polizia stradale di Bergamo coordinata dal pm Marchina. Come ha spiegato il procuratore aggiunto Rota, affiancata dal dirigente della Polizia di Stato, Carlotta Gallo, e dal comandante della Polstrada di Bergamo, Mirella Pontiggia. Quindici gli arrestati, tutti con precedenti: quattro in carcere, gli altri ai domiciliari. Per tutti l’accusa è associazione a delinquere con la finalità di falso, sostituzione di persona, falsa attestazione a pubblici ufficiali sull’identità, contraffazione di documenti, falso ideologico di attestazioni nelle relazioni mediche. Sequestrati 80mila euro. L’organizzazione era composta da egiziani, indiani e pakistani, ben radicata nella Bergamasca, ma agiva anche in altre province d’Italia: Brescia, Lecco, Varese, Lodi, Arezzo, Como, Treviso, Firenze, Novara, Sondrio e Milano. AI vertici un pakistano, Yasir Mahmood, 42 anni, con dimora a Verdello, con precedenti per sostituzione di persona. Era lui che gestiva il business. Coordinava procacciatori di clienti, suggeritori all’esame, esperti informatici e un falsario della provincia di Milano. Oltre a lui in carcere Usman Chaudry Talib, 24 anni, pakistano, residente a Osio Sotto, Ahemd Waqs, 25 anni, pure lui pakistano, residente a Ciserano, Hamza Ifitikar, pakistano, 24 anni, domiciliato a Cologno al Serio. Tutti assistiti dall’avvocato d’ufficio Braga. L’inchiesta è partita prima di luglio a seguito del ritrovamento di documenti negli uffici della Motorizzazione di Bergamo. In pratica era successo che il sostituto-candidato del soggetto che doveva fare l’esame si era dimenticato lasciandoli negli uffici e i dipendenti li avevano consegnati alla polizia locale del comune di appartenenza, quello di San Paolo d’Argon. E da li sono scattati i controlli.
Il modus operandi era "molto sofisticato, con l’utilizzo di mezzi tecnologici di ottima fattura e inoltre potevano contare su due scuole guida compiacenti, con sede a Gorlago e Verdello, e anche sul medico (indagato) per la visita. In pratica, gli esami della patente in Motorizzazione venivano "falsati" in due modi. Il primo attraverso sostituti dei reali candidati, membri dell’organizzazione particolarmente preparati che si presentavano all’esame al posto del candidato vero, con documenti contraffatti nella fotografia, non nelle generalità. Una volta passato l’esame, poi il candidato reale denunciava lo smarrimento della patente, che nel giro di poco tempo veniva sostituita con una a lui intestata, stavolta vera. L’altro metodo utilizzato è quello con microcamere, microfoni e ricetrasmittenti fatti indossare ai candidati guidati da un suggeritore esterno. Una donna era specializzata nella preparazione di abiti apposta per nascondere le microspie. A Brescia è accaduto che gli aspiranti passassero indenni il metal detector e i sensori di rilevazione, grazie all’intervento di un controllore compiacente della Motorizzazione stessa, che spegneva gli apparati di verifica al loro passaggio.