
Ha seguito tutte le udienze trattenendo il suo dolore, seduta al fianco della sorella di Matteo Regazzi (foto), 38 anni, elettricista della Elettrobonatese srl, morto dopo 13 giorni di agonia in ospedale, dove era stato ricoverato in gravi condizioni per un infortunio avvenuto la mattina del 5 novembre 2018: era stato urtato da una pesante bobina che il carrellista stava spostando nell’azienda Diesse Rubber Hoses spa di Filago. E ieri è toccato proprio a lei, Valeriana Foglieni, 65 anni, ricordare quei terribili momenti, quando il figlio era ricoverato in Terapia intensiva e lottava tra la vita e la morte. Madre, padre e sorella di Matteo, costituiti parti civili, sono assistiti dall’avvocato Pierantoni. Ancora non si sapeva cosa fosse accaduto. "Io e mio marito eravamo nel corridoio, fuori dalla Terapia. Si è avvicinato Simone Zangari e ci ha raccontato che la bobina era bagnata quando è stata adagiata sulle pale in ferro. E che nel frenare è scivolata dalle pale". A processo per omicidio colposo Giuseppe De Stasio per la Diesse Rubber, Cesare Previtali per la Elettrobonatese di Bonate, di cui la vittima era dipendente e Lucian Sturzu, carrellista della Diesse, che quella mattina era stato incaricato di recuperare bobine vuote. Ha sentito il racconto della mamma di Matteo tenendo la testa bassa, a fianco del suo avvocato, Michele Olivati. Secondo il pm Giancarlo Mancusi, la velocità del muletto e il fatto che non fosse idoneo al trasporto di quel genere di materiale (poi furono sostituiti) è un aspetto centrale, ma lo sono anche le misure per la sicurezza che le aziende non avrebbero adottato né condiviso, e la segnaletica inidonea.
E ieri alla Pilenga Baldassarre Foundry, azienda metalmeccanica di Lallio, un operaio di 59 anni è rimasto schiacciato da una pressa. È stato ricoverato al Papa Giovanni XXIII in prognosi riservata: ha riportato fratture gravi fratture, soprattutto al bacino. F.D.