
La festa sacra dei sikh Piedi nudi e capo coperto: ventimila fedeli in corteo
Migliaia di sikh in corteo a Brescia per la festa del Vaisakhy. Un serpentone colorato ha invaso le strade cittadine, nel pomeriggio di ieri, con colori, fiori, preghiere, canti e rituali in occasione della festa considerata tra le più importanti per la comunità sikh, celebrata in corrispondenza del sabato dopo il plenilunio di aprile.
I festeggiamenti si svolgono ogni anno, puntualmente, dal 2003, a Brescia dove è presente una delle comunità sikh più numerose a livello nazionale e suscitano sempre molta curiosità.
Da sempre festa del raccolto, che corrisponde al primo giorno dell’anno secondo il calendario sikh istituito da Guru Amar Das, oggi Il Vaisakhy rappresenta principalmente il battesimo e la nascita dell’ordine del Khalsa (i puri), il 13 aprile 1699, a opera del decimo e ultimo guru sikh, Guro Gobind Singh Ji. Dal parco Pescheto di via Corsica in migliaia si sono spostati per le vie della città fino ad arrivare a piazzale Beccaria, dove la cerimonia si è conclusa.
In processione è stato portato il Guro Granth Sahib, il libro sacro del sikhismo, la cui presenza fa sì che i partecipanti all’evento siano a piedi scalzi e capo coperto, dai turbanti gli uomini e con la dupatta dell’abito le donne. A precedere il suo passaggio donne e uomini che, camminando a ritroso, spazzano la strada, per consentire il passaggio del Guru Granth Sahib a bordo di un autocarro parato a festa, sulla strada pulita.
Ogni dettaglio di questa espressione religiosa ha, infatti, un significato preciso: ad esempio sul carro insieme al Guru Granth viaggiano i pañch piarè (coloro che per primi accettarono di donare la propria vita al khalsa costituito) vestiti di bianco, che donano ai presenti mandorle e zucchero in grossi grani quadrati a simboleggiare l’amrit, cerimonia di battesimo che viene celebrata nel sikhismo per l’ingresso iniziatico alla comunità religiosa.