
È stata pianificata nella Bergamasca, a Suisio, la spedizione punitiva che il 26 aprile 2024, a Milano, costò la...
È stata pianificata nella Bergamasca, a Suisio, la spedizione punitiva che il 26 aprile 2024, a Milano, costò la vita a Johnny Sulejmanovic, 18 anni, ucciso a sprangate e colpi di pistola calibro 6,75 davanti alla moglie incinta nell’ambito di una faida tra famiglie di rom. Quattro componenti del commando che agì con ferocia sono già stati rintracciati e condannati in abbreviato. All’appello mancava Dajgor Ahmetovic, 28 anni, arrestato nei giorni scorsi, dopo un anno di latitanza a Madrid, residente a Capriate San Gervasio (Bergamo). Secondo la Squadra Mobile di Milano sarebbe l’esecutore materiale dell’omicidio. Ad inguaiarlo c’è anche un video pubblicato su Tik Tok lo scorso 25 aprile, qualche ora prima del delitto. Dajgor è insieme a suo fratello in un bar a Medolago, nella Bergamasca. Il suo look non passa inosservato. Le immagini delle telecamere di via Varsavia, dove si consumò il delitto, provano che solo uno dei componenti del commando - quello che ha usato la pistola - aveva una barba folta come la sua. Ma torniamo alla pianificazione dell’omicidio. Nella notte tra il 25 e 26 aprile nell’abitazione di Suisio di uno dei condannati viene studiata quella che gli inquirenti definiscono una “spedizione punitiva“ in piena regola. L’uomo chiama a raccolta i complici, tra i quali Dajgor Ahmetovic. I tre salgono su un’auto e sfrecciano in direzione di Milano. Lì, qualche ora prima, davanti all’ortomercato, uno dei componenti il commando aveva avuto un alterco con la vittima che, inviato ad andare a bere qualcosa, si era rifiutato. Gli animi si erano scaldati, erano volati spintoni, pugni e minacce. Minacce che qualche ora più tardi - il tempo di un tragitto Milano-Suisio-Milano -si concretizzano sotto forma di sprangate, bastonate e proiettili, almeno tre.
Michele Andreucci