
Le immagini postate dal sindaco (Facebook, Lallio e Poi, lista civica)
Bergamo e Brescia, 12 maggio 2020 - Troppa gente, poco rispetto delle regole: a Lallio i parchi tornano ad essere chiusi. Estrema ed esemplare la decisione del sindaco del comune nella bergamasca, Sara Peruzzini. "Abbiamo ricevuto tantissime segnalazioni di infrazioni e mancato rispetto delle regole – ha spiegato - persone che hanno utilizzato per far salotto i tavoli nastrati sotto i gazebo del parco dei cani, genitori con i bambini intenti a giocare tra di loro, che fumano e chiacchierano sulle panchine, ragazzi (tantissimi) senza mascherine che si incontrano in gruppo e trascorrono il tempo insieme". Da qui la decisione di chiudere nuovamente i parchi. Anche a Brescia, domenica, è stato necessario chiudere temporaneamente campo Marte per sovraffollamento.
Un ritorno alla normalità che si profila difficile, mentre i contagi continuano a crescere, seppure lentamente. Ieri nella bergamasca i nuovi casi sono stati 50 (11.792 il totale), nel Bresciano 70 (13.620 da inizio emergenza). Nel territorio dell’Ats Brescia (esclusa la Val Camonica), sono quasi 7mila i guariti, mentre i decessi (2.382 in totale) sono fermi da 48 ore (aggiornamento alle 18 di ieri). Ieri mattina, al cimitero della Volta, si è tenuto il primo rito funebre dall’inizio dell’emergenza, con la tumulazione di 60 urne cineraria di vittime di Covid, che il vescovo di Brescia Pier Antonio Tremolada ha citato una dopo l’altra. Serviranno due mesi per tumulare le 750 urne in attesa di sepoltura in città. Oggi oltre 100 persone decedute nell’emergenza saranno seppellite nel cimitero Vantiniano, dove il vescovo celebrerà la messa, alle 15, per ricordare tutti i morti.
Sul fronte delle mascherine, di cui le farmacie bresciane erano totalmente sguarnite a causa di intoppi nella certificazione dell’Iss, qualcosa si è sbloccato. "Ne sono arrivate 200 per ciascuna delle 387 farmacie della provincia – annuncia Clara Mottinelli, la presidente di Federfarma Brescia che aveva lanciato l’allarme – è già un numero discreto". Ha destato, invece, qualche perplessità a decisione di Ats Bergamo di attendere le direttive regionali per attivare campagne di screening della popolazione. Secondo Mario Gatti, segretario organizzativo di Cisl Bergamo, "permettere una ripresa delle varie attività senza un controllo rischia di essere causa di facilitazione dell’attivazione di nuovi focolai di infezione". © RIPRODUZIONE RISERVATA