Ennesimo no del Comune di Tavernola Bergamasca all’installazione di un’antenna 5G nella frazione Cambianica, in località San Rocco. Anche la nuova amministrazione guidata da pochi mesi dal sindaco Roberto Martinelli, si è detta contraria al progetto. Così come aveva opposto il proprio diniego anche l’ex primo cittadino Ioris Pezzotti, che adesso milita nelle file della minoranza in Consiglio comunale. Il motivo? La collocazione dell’impianto di teleradiocomunicazione di telefonia mobile in vicinanza di abitazioni, con il pericolo per la salute dei cittadini, e l’impatto sull’ambiente. Martinelli ha manifestato grande disappunto sulla richiesta di autorizzazione avanzata da due imprese del settore, Inwit spa e Fibercop spa e si sta muovendo su più versanti. Ha incaricato i nuovi professionisti dell’ufficio tecnico di approfondire tutti gli aspetti normativi utili per sostenere la non idoneità del luogo scelto per installare l’antenna 5G paventando, qualora fosse necessario, anche una raccolta di firme, del tutto consapevole che la battaglia intrapresa non sarà facile. L’emendamento al decreto di Coesione di luglio per favorire il raggiungimento degli obiettivi del Piano Italia 5G, infatti, bypassa di fatto il ruolo degli enti locali in tema di pianificazione delle installazioni nelle cosiddette aree bianche. In sostanza gli impianti possono essere installati in deroga ai regolamenti comunali.
La partita, insomma, è aperta. Martinelli si sta anche confrontando con altre amministrazioni comunali, raccogliendo informazioni e pareri, mentre l’ex primo cittadino di Tavernola dice di "aver investito della questione" il deputato bergamasco Devis Dori di Alleanza Verdi e Sinistra. La richiesta di installare il nuovo impianto di teleradiocomunicazione, come detto, era stato inoltrata anche all’ex amministrazione comunale, che si era detta contraria. Spiega l’ex sindaco Ioris Pezzotti:"volevano collocarla in un’area comunale di parcheggio sempre in località San Rocco. Ci eravamo opposti in quanto in una zona urbana. Tuttavia avevamo offerto l’alternativa di piazzarla in un ambito praticamente disabitato, che, a dire dei richiedenti, non era però idoneo per ragioni tecniche".