REDAZIONE BERGAMO

L’area contesa finisce all’asta. Doveva essere un centro islamico ora è un capannone degradato

Bergamo, in vendita per 1,7 milioni la struttura di via Santi Maurizio e Fermo al centro di una vicenda giudiziaria

L’area contesa finisce all’asta. Doveva essere un centro islamico ora è un capannone degradato

Nelle intenzioni quel capannone doveva ospitare il nuovo centro culturale islamico della città. Una struttura, in via Santi Maurizio e Fermo, abbandonata per la vicenda giudiziaria, e che il tempo sta “usurando“. Nei prossimi mesi quel capannone farà parte dell’elenco pubblico degli immobili all’asta. Così dopo il via libera del giudice, nei giorni scorsi. Un’area bloccata da un’indagine per truffa con sentenza definitiva a ottobre con cui il cardiologo giordano Imad El Joulani, 64 anni, è stato ritenuto "civilmente responsabile" e per questo motivo chiamato a restituire i 5 milioni di euro arrivati dalla Qatar Charity Foundation per il progetto. Con il capannone costato 2,7 milioni sotto sequestro, così come il resto della somma sul conto della società Tecno Cib di El Joulani, sono state le parti civili ad attivare la causa di esecuzione per chiedere il pignoramento dell’immobile. Il medico (assistito dall’avvocato Ruggero Troiani di Verona) si è opposto, ma nei giorni scorsi il giudice ha preso la decisione: via libera all’asta dell’immobile il cui valore è stato stimato in 1,7 milioni di euro. A breve partirà l’iter con il custode giudiziale, la pubblicazione dell’avviso con la data dell’asta a cui non è detto che non partecipino le stesse parti civili. Sono la fondazione che mise i soldi (assistita dall’avvocato Michele Olivati), e il Centro culturale islamico di via Cenisio, con il suo presidente Mohamed Saleh, (rappresentato dall’avvocato Paolo Maestroni). Ciascuna delle due è coinvolta. Una direttamente, per aver spedito il denaro con sette bonifici. L’altra più indirettamente, per non averlo ricevuto.

Francesco Donadoni