
Liliana Segre a Bergamo (De Pascale)
Bergamo, 28 novembre 2019 - Oggi l’Università di Bergamo ha conferito a Liliana Segre il massimo titolo accademico, il dottorato di ricerca honoris causa in Studi umanistici transculturali. Una folla ha accolto questa mattina la senatrice a vita. "Ringraziando l'Università di Bergamo per questo riconoscimento, oggi mi chiedo: che futuro ci sarà per la memoria? Io non ho meriti, sono solo una testimone che vi parla da nonna - ha evidenziato Liliana Segre -. E, da nonna, vi dico: non dimenticate la Storia. E' tutto ciò che può permetterci di essere consapevoli e dunque di sceglie da che parte stare. Io, nonostante tutto, ho scelto di essere una donna di pace. Una donna che non perdona e non dimentica, ma che ha scelto di non odiare".
La cerimonia si è tenuta nell'Aula magna, in occasione dell'apertura dell’anno accademico 2019/2020 alla presenza delle massime autorità cittadine e dei rettori delle Università. "Sarebbe forse meglio definire Liliana Segre 'senatrice della vita', vista la sua infaticabile, direi quasi incredibile, volontà di promuovere pubblicamente l'amore per la vita, qualunque forma questa vita possa assumere, insieme al coraggio delle idee pacifiche e al biasimo dell'indifferenza", ha dichiarato il rettore Morzenti Pellegrini.
Liliana Segre, deportata a 13 anni al campo di concentramento di Auschwitz, dove fu separata dal padre che non rivide mai più e dove perse anche i nonni paterni, negli ultimi trent’anni ha dedicato gran parte delle proprie energie all’impegno civile della testimonianza, raccontando la propria esperienza sempre senza odio né senso di vendetta. Si è fatta promotrice di una straordinaria campagna contro l’indifferenza, contro la violenza e contro il razzismo. Per il suo impegno di testimonianza ha ricevuto numerose onorificenze tra cui quella di Commendatore al merito della Repubblica, oltre a due lauree ad honorem in Giurisprudenza e in Scienze Pedagogiche. Il 19 gennaio 2018 è stata nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.