FRANCESCO DONADONI
Cronaca

L’omicidio di Sharon Verzeni, sequestrato un box vicino al luogo dell’aggressione: chi l’ha uccisa potrebbe essersi nascosto lì

All’interno del garage è stata trovata una branda, il proprietario interrogato dai carabinieri. La pista dell’agguato da parte di uno sconosciuto rimane quella privilegiata dagli inquirenti

Sopra, il garage condominiale di via Castegnate a Terno d’Isola sequestrato dai carabinieri; sotto, Sharon Verzeni, 33 anni

Sopra, il garage condominiale di via Castegnate a Terno d’Isola sequestrato dai carabinieri; sotto, Sharon Verzeni, 33 anni

Terno d’Isola (Bergamo), 5 agosto 2024 – Che importanza possa avere nell’interesse dell’indagine è ancora presto per dirlo. Per il momento siamo nel campo delle segnalazioni che andranno sviluppate e approfondite dagli inquirenti. Siamo in via Castegnate, a Terno d’Isola, dove la notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio è avvenuto l’omicidio di Sharon Verzeni. A pochi metri dal punto in cui la 33enne è caduta a terra sanguinante c’è un condominio di colore marroncino scuro. Vi abitano molte famiglie. Civico 29, è all’interno rispetto alla strada. Davanti ci sono due grossi alberi. Qui ieri mattina i carabinieri hanno posto i sigilli su un garage. L’arrivo di due pattuglie, una in divisa e una in borghese, è stato notato da residenti e vicini. Come mai si sono indirizzati proprio in quel box? C’è un’indicazione ben precisa? O semplicemente si tratta di uno spunto investigativo ricavato fra le tante segnalazioni che i carabinieri del comando provinciale di Bergamo hanno ricevuto all’indomani del loro appello (“Chi sa o ha visto qualcosa si faccia avanti”)?

Il provvedimento è stato preso per accertare un dettaglio: nel garage, un vero e proprio ripostiglio con tanta roba stipata all’interno, era presente anche una branda. Materiale che verrà analizzato per trovare qualche traccia. Che peso dare? Quel box, di proprietà di un italiano, sarebbe stato utilizzato da qualcuno che girovaga nella zona per dormirci la notte? Pare che vi dormissero anche degli immigrati nordafricani, ma questo dettaglio deve essere confermato. Se fosse cosi il titolare lo dovrà spiegare. Tornando all’omicidio, l’assassino di Sharon potrebbe essersi nascosto lì dopo l’aggressione ma siamo nel campo delle ipotesi, sicuramente da verificare. Anche perché, occorre ricordarlo, quel tratto di strada non è coperto da telecamere. Ci sono poco più avanti, su piazza VII Martiri e verso via Castello, e proprio in quelle vie sabato i carabinieri sono tornati per un sopralluogo. 

Il punto sulle indagini, gli scenari possibili

Ricapitolando, a una settimana dal delitto non pare esserci (almeno da quel poco che trapela all’esterno) una pista privilegiata rispetto a un’altra. È un giallo con tante sfumature. I carabinieri del Nucleo investigativo indagano a 360 gradi. Si segue la pista dello sconosciuto, un balordo, in giro di notte con un coltello. In questa scia si inserisce anche la vicenda del 40enne con precedenti, domiciliato a Capriate San Gervasio, notato camminare nervosamente in via Castegnate martedì mattina, poche ore dopo l’omicidio. C’è un collegamento o è una suggestione? Poi c’è l’ipotesi dello stalker, una persona che si era invaghita di Sharon, magari era conoscenza delle sue abitudini, delle camminate notturne per diminuire di peso. Ma anche in questo caso non ci sono conferme. Così come non sono emersi problemi con i clienti del bar-pasticceria Vanilla di Brembate, dove la 33enne, diploma da estetista, lavorava da qualche tempo.

In attesa dei test del Ris di Parma

Anche perché Sharon è stata descritta, da tutti coloro che l’hanno conosciuta, come una brava ragazza, riservata e di poche parole. Della sua vita privata si conosce il rapporto che durava da anni con il compagno Sergio Ruocco. La coppia da circa tre anni aveva deciso di stabilirsi a Terno d’Isola, non molto distante da Bottanuco, paese dove era nata la 33enne, e dove vivono i genitori e un fratello più giovane, nella villetta di via Adda. Gli investigatori si sono concentrati sulle riprese delle telecamere pubbliche e private (anche dei paesi limitrofi) e sull’analisi dei tabulati telefonici e delle chat. In particolare del telefonino di Sharon: gli ultimi contatti, le amicizie, quanto aveva camminato quella sera, quanti passi, per capire il percorso che può aver fatto. Si analizza anche quello del compagno. Altri spunti investigativi si aspettano dai reperti inviati ai Ris di Parma alla ricerca di Dna o altre tracce biologiche. All’appello manca ancora l’arma, un coltello con una lama definita “importante”.