RONCOBELLO (Bergamo)
Il lupo, il grande predatore da anni tornato a popolare le Orobie bergamasche, si avvicina sempre di più ai centri abitati. L’ultima segnalazione proviene dalla Conca di Mezzeno, nel territorio di Roncobello, zona di confine anche con Val Serina e alta Valle Seriana, area dove dall’estate scorsa è stata segnalata e accertata dalla polizia provinciale la presenza di un branco di lupi, una coppia e alcuni cuccioli. Un allevatore nei giorni scorsi ha trovato la carcassa di una capra. Le ferite non lasciavano spazio a dubbi: l’animale era stato ucciso e sbranato da un lupo. E tra gli allevatori della zona sale la preoccupazione e la paura. "I lupi si stanno avvicinando sempre di più ai paesi – dicono –. Ormai qui a Roncobello sono arrivati a un chilometro dalla frazione di Capovalle. Predano, come hanno fatto l’anno scorso a un allevatore di Bordogna, o recentemente la capra ritrovata sbranata ne è un esempio. La situazione è ormai fuori controllo. La favola poi che i lupi attaccano solo di notte non è vera, lo fanno anche in pieno giorno".
Il lupo sulle montagne bergamasche da gennaio è stato al centro di venti casi di predazione di animali domestici che hanno visto l’uccisione di 56 tra pecore e capre, tre asini, due vitelli e un puledro. Ci sono poi dieci animali che sono stati feriti e altri diciannove mai più ritrovati (in più sono stati segnalati i resti di altre quattro predazioni ai danni di fauna selvatica). Dai 22 avvistamenti di lupi avvenuti da inizio anno si è appurato che c’è un branco in alta Valle Seriana (è stato chiamato branco "Gandellino", dal nome della località dove sono stati avvistati) e uno tra Val Serina e Val Brembana (con predazioni segnalate nelle zone di Arera, Valcanale e laghi Gemelli) e altri quattro esemplari che sono stati avvistati a Vedeseta. Ma si ipotizza che ce ne siano anche altri: la polizia provinciale parla infatti di "capi in dispersione su tutto il territorio provinciale".
"Le segnalazioni sono sempre di più – fanno sapere dal comando della polizia provinciale –. I danni agli allevatori sono aumentati, ma è una questione fisiologica, visto la crescita della popolazione. Il lupo sulle nostre montagne non è una parentesi, bisogna abituarsi alla sua presenza".
Michele Andreucci