
Adelaide Roncalli in una foto d'archivio
Bergamo, 16 maggio 2016 - Le apparizioni della Madonna a Ghiaie di Bonate del 1944 nella Bergamasca tornano a far parlare. A oggi per la Chiesa la rivelazione e l'apparizione con protagonista la piccola veggente Adelaide Roncalli non ci sono state. La vicenda che all'epoca ha coinvolto anche nazisti e servizi segreti - e che ancora oggi interroga teologi, storici e fedeli - è stata trattata recentemente in un documentario da Tv2000.
"Questa vicenda - ha spiegato don Marco Milesi, parroco 'Sacra Famiglia' a Ghiaie di Bonate Sopra - è iniziata con una guerra terribile che in quel momento in quelle zone era al culmine. La guerra ha sicuramente inficiato sulle vicende di Ghiaie. Oggi per fortuna quella guerra non c'è più e l'opportunità di rileggere la vicenda di Ghiaie in una maniera più pacifica ci deve e può essere, con la pazienza tipica del tempo e del rimettersi in gioco". Oggi, oltre 70 anni dopo quegli eventi, molte cose sono cambiate: non c'è più la guerra, Adelaide Roncalli è morta nel 2014 e molti altri attori di questa storia sono venuti a mancare. E' stata presentata anche un'istanza alle Diocesi di Bergamo e Milano, da parte di alcuni fedeli per "l'apertura di un processo per la verifica della veridicità delle apparizioni mariane avvenute nel maggio del 1944 a Ghiaie di Bonate".
"La verità - ha proseguito don Marco Milesi - è stata poco alla volta attesa, non voglio dire nascosta. Attesa con quella prudenza che per qualcuno è stata troppa mentre per altri non sufficiente. C'è un'umanità varia, ci sono vicende che toccano singole persone. La verità ci rimanda sempre a Colui che è la verità. Lo sforzo di una continua ricerca ci fa anche dire che essendo Dio verità, la verità stessa troverà luce e cammino. Credo che questo sia possibile". "Scontri condivisi - ha aggiunto don Marco Milesi - non hanno portato ad un beneficio per Ghiaie. Oggi è necessario riguardare qual è il desiderio comune: essere Chiesa. Adelaide Roncalli ha voluto essere donna di Chiesa in una vicenda storica delicata. C'è un grande desiderio di vedere migliori argini su questa vicenda".
"Se si volesse rivedere il caso - ha commentato padre Salvatore Perrella, preside Istituto teologico 'Marianum' di Roma - tutto deve partire dal vescovo il quale potrebbe chiedere nella sua autorità alla Congregazione della Dottrina della Fede se si possa rivedere il decreto del vescovo dell'epoca monsignor Bernareggi. Questo comporta l'istituzione di una commissione di esperti che esaminano con scrupoloso rigore i fatti e le testimonianze". "Per ora - ha sottolineato Perrella - io sto ai fatti. Il vescovo dell'epoca nella sua autorità, responsabilità e prudenza ha detto che 'non constat': non c'è né rivelazione, né apparizione e quindi non ci può essere nemmeno possibilità di un culto mariano a nome della vergine di Bonate".