FRANCESCA MAGNI
Cronaca

L’Isola Bergamasca riscopre il suo oro: il mais torna sulle tavole

Promisola, l’associazione che si occupa della promozione dell’Isola, insieme alla Provincia di Bergamo, lanciano come prodotto dalle grande potenzialità

Silvano Ravasio (De Pascale)

Bergamo, 9 marzo 2017 - Dieci anni fa era stato riscoperto, ora il progetto per il suo rilancio commerciale. È il mais “Nostrano Isola bergamasca”, che dopo 100 anni è tornato sulla nostra tavola, raccontando attraverso i suoi semi, la storia e la tradizione di un pezzo di terra bergamasca. Che ora Promisola, l’associazione che si occupa della promozione dell’Isola, insieme alla Provincia di Bergamo, lanciano come prodotto dalle grande potenzialità.

Il mais “Nostrano Isola bergamasca”, è infatti una varietà tipica dell’Isola, una terra racchiusa tra i fiumi Adda, Brembo e le pendici del monte Canto, ricca di flora e fauna, conserva grandi aree verdi incontaminate. È proprio qui, che cent’anni fa, tra i villaggi di Chignolo , che oggi offre una superficie coltivabile di 150 ettari, Madone, dove il mais è più robusto, Bottanuco, Suisio e Medolago, i nobili Guido Finardi e Alessandro Roncalli, introdussero la coltivazione di questa varietà, creando due aziende premiate nel 1916 per la qualità del “Nostrano dell’Isola” diventando studio della stazione sperimentale di maiscoltura di Bergamo.

Promisola, presieduta da Silvano Ravasio, con la collaborazione dell’istituto professionale Engim, ha creato un progetto di rilancio del mais, quale prodotto tipico dell’Isola bergamasca, partendo dalla sua fecondazione arrivando alla commercializzazione attraverso un marchio Dop. Tra il 2009 e il 2010, Engim, scuola di formazione professionale per operatore agricolo, con sede a Valbrembo e operativo a Brembate Sopra, fu il primo istituto professionale, ad inserire un percorso triennale in ambito agricolo, per gli studenti dopo la terza media. Gli studenti, giovanissimi, si sono così impegnati a coltivare il mais conservandone la purezza e migliorandone geneticamente la varietà, con il supporto di Ascom Bergamo e della Camera di commercio, la quale ha coinvolto aziende agricole per la semina, la coltivazione e la raccolta della varietà fino alla sua trasformazione in farina. «Vogliamo tutelare la varietà del mais nostrano - ha dichiarato Silvano Ravasio - per recuperare la tradizione del mangiare e del produrre sano, con una farina pura ad alta tollerabilità, digeribilità, con antiossidanti e betacaroteni».