FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Prima la gelosia, poi le botte davanti ai figli piccoli: donna porta a processo il marito

L’uomo di 45 anni accusato di maltrattamenti. La pubblica accusa chiede 3 anni e 6 mesi reclusione

Sempre più giovani denunciano: "Il mio impegno per Cascina Ri-Nascita. Entro il 2026 daremo lavoro alle vittime"

Una manifestazione contro la violenza sulle donne

Bergamo – Un rimpallo di accuse. Da una parte la vittima che nella sua deposizione ha raccontato di episodi di violenza fisica e psicologica subite da parte del marito, anche sotto gli occhi dei figli minori. Dall’altra il narrato di lui che durante la sua testimonianza ha gettato addosso alla moglie tutte le responsabilità.

Processo per maltrattamenti davanti al tribunale collegiale (presidente Ingrascì, a latere le colleghe Garufi e Mazza). La vittima è una 36enne, un lavoro in una Rsa della provincia, assistita dall’avvocato Nodari. Dall’altra parte il marito, un 45enne, un lavoro di sorveglianza e controllo, sottoposto alla misura di allontanamento della casa famigliare e di avvicinamento, difeso dall’avvocato Cortinovis. Fatti contestati avvenuti tra il 2022 e il 2023 in un comune della provincia.

Udienza fiume conclusa con le richieste di condanna da parte del pm Marchina per l’imputato: 3 anni e 6 mesi. Richiesta a cui si è associata anche la parte civile. La lettura della sentenza il 25 settembre. La vittima nel corso della sua esposizione, tra lacrime e qualche sospensione emotiva, ha riavvolto il nastro di questo matrimonio arrivato al capolinea (la coppia non è ancora separata). Ha parlato delle aggressioni fisiche e verbali nate per futili motivi o per gelosia da parte di lui. Episodi che inizialmente avvenivano una volta al mese poi con frequenza quasi quotidiana. Allora spesso accadeva che l’imputato la percuoteva con prese per i capelli, o per il collo, o la spintonava a terra. Altre volte erano parole offensive. Si arriva all’episodio clou, 16 settembre 2023, lui si scaglia contro la moglie colpendola con un pugno cagionandole una lesione giudicata guaribile in 12 giorni. La difesa ha chiesto l’assoluzione.