In un’occasione, dopo aver spinto la compagna nella vasca da bagno nel corso di una lite, avrebbe preso la pistola puntandogliela alla testa, riponendola solo quando il bambino di 5 anni lo aveva visto e si era messo a piangere. È la contestazione più grave tra gli episodi di maltrattamento in famiglia, che sarebbero spesso avvenuti anche in presenza del bimbo, per cui ieri è finita a processo a Como una guardia giurata di 48 anni di Mariano Comense. L’uomo, arrestato e finito in carcere a marzo, è ora agli arresti domiciliari e ha deciso di andare a processo davanti al Tribunale Collegiale di Como, difeso dagli avvocati Ivana Anomali e Silvia Mauri. La denuncia da parte della compagna ai carabinieri di Mariano era arrivata dopo quell’episodio di grave minaccia, per cui i militari gli avevano anche tolto l’arma e posto madre e bambino in una comunità protetta, in attesa della misura cautelare arrivata alcuni giorni dopo.
Le accuse parlano di quasi sei anni di maltrattamenti, denigrazioni e botte, violenze psicologiche, minacce: iniziati quando era andata a convivere con il compagno e proseguiti anche durante la gravidanza e poi in presenza del figlioletto, cresciuto assistendo periodicamente a scene di grave aggressività nei confronti della madre. Il processo prosegue a maggio. Pa.Pi.