
Processo a Bergamo contro un padre che impedì ai figli di vaccinarsi contro il Covid
Bergamo, 6 marzo 2025 – È finito a processo per maltrattamenti psicologici ai danni dei due figli minori, per i quali ha comunque perso la responsabilità genitoriale e ha il divieto di avvicinamento. Ieri la sentenza in Corte d’assise. Il pm Letizia Ruggeri aveva chiesto per l’uomo, di 49 anni, la condanna a 3 anni, riconoscendogli un vizio parziale di mente. Il collegio di giudici ha assolto l’imputato perché il fatto non costituisce reato. Maltrattamenti non fisici, ma di natura psicologica: nel 2022 l’uomo era già stato prosciolto dal gup “perché il fatto non sussiste” e un perito ne riconobbe la parziale incapacità di intendere e volere. L’imputato davanti a loro sosteneva di possedere la «verità assoluta»; li aveva indotti a non assumere farmaci o antibiotici. Quanto ai vaccini, si rifiutava di dare il consenso e quando l’ex moglie si era vaccinata contro il Covid aveva convinto i figli, all’epoca di 13 e 10 anni, a non avvicinarsi alla mamma per almeno 40 giorni, perché era diventata radioattiva. Si era opposto alla frequenza della scuola (persero un anno per assenze), sosteneva che l’obbligo d’indossare la mascherina facesse loro del male. I ragazzini si sono costituiti entrambi parti civili, l’avvocato Francesca Longhi ha chiesto che venisse riconosciuto loro un risarcimento di circa 300mila euro.