MARCELLO IEZZI
Cronaca

La mamma di Guidotti, rapito in Russia: “Dimagrito e spaventato ma sta bene”

Il sollievo del padre Stefano e la madre Luisa che vivono a San Benedetto del Tronto: “Ha perso due chili e ha una costola incrinata. Ora lo attendiamo a casa per le vacanze”

San Benedetto del Tronto (Ascoli), 1 luglio 2024 – Stefano Guidotti, 56 anni, imprenditore e direttore generale dell’ufficio di rappresentanza della Siad, azienda di Bergamo che produce gas tecnici e industriali, rapito in Russia e liberato dalla polizia dopo tre giorni (video), ha origini sambenedettesi.

Il padre Stefano e la madre Luigia, per tutti Luisa, abitano in una villetta nella zona residenziale della Riviera delle Palme. Si è trattato di un rapimento lampo, a fine di estorsione che secondo alcune fonti è stato messo a segno da banditi Uzbeki.

Stefano Guidotti (a destra) rapito in Russia e la mamma Luisa che vive a San Benedetto del Tronto
Stefano Guidotti (a destra) rapito in Russia e la mamma Luisa che vive a San Benedetto del Tronto

Luisa ci riceve in cucina, sul tavolo il libro ‘Il romanzo del Cremlino da Ivan il terribile a Putin’ di Vladimir Fedorovski. “Sto proprio leggendo questo vecchio libro – esordisce la signora Luisa, con volto finalmente rilassato dopo le buone notizie che arrivano da Mosca - Stefano sta bene. L’ho sentito al telefono, mi ha detto che ha perso due chili, ma che è stato trattato bene dai sequestratori. Ha una costola incrinata a seguito della colluttazione ingaggiata con i banditi al momento del sequestro, ma sta bene”.

Emidio e Luisa hanno tre figli, tutti in giro per il mondo. Stefano in Russia, Marcello a San Paolo del Brasile e il gemello Luca che risiede Montesilvano. Stefano è nato a Milano ed è rientrato a San Benedetto dall’Argentina nel 1985. Ha abitato con i genitori a San Benedetto fino al 2006, prima di andare a Mosca. La moglie, Anna Maria Teresa Silva abita a Milano, dove Stefano fa rientro ogni mese. “La moglie di Stefano si è preoccupata quando venerdì non è riuscita a mettersi in contatto col marito. Ha provato più volte, poi verso le ore 21 ha iniziato ad avvertire tutte le autorità: Farnesina, Ambasciata e forze dell’ordine. I banditi gli avevano tolto il telefono ma la polizia è riuscita a intercettare il segnale e a localizzare la prigione dove tenevano Stefano legato a un letto. Qui a casa – prosegue Luisa – abbiamo saputo la notizia da mio figlio Luca che si trovava per lavoro a Cesena, con il quale ci siamo tenuti in contatto. Questa mattina ho risentito la voce di Stefano al telefono. Ora la polizia sta indagando e ha in mano il suo cellulare”.

Stefano lavorava per la Confcommercio quando conobbe il titolare della Siad che lo convinse a cambiare lavoro passando alle sue dipendenze, fino ad arrivare nell’ufficio di rappresentanza di Mosca. “A Mosca si sta benissimo, mi ha sempre detto e mostrato Stefano. I moscoviti non hanno alcun riflesso legato alla guerra. Tutto si svolge regolarmente. In un video si vede la gente che passeggia serenamente sulla piazza Rossa. Nell’ultimo video che mi ha mandato qualche settimana prima del sequestro – ce lo mostra Luisa – fa vedere come una nota ditta consegna vivande a domicilio con un robottino che corre lungo le strade di Mosca. Mio figlio dice sempre: non date retta a quello che leggete sui giornali e vedete in televisione, a Mosca non manca nulla i supermercati sono pieni di merce e la vita scorre regolarmente come prima della guerra. Qualche drone ucraino è arrivato in Russia ma non vi è alcuna preoccupazione”.

Insomma, adesso che la vicenda si è chiusa, in casa Guidotti regna serenità e distensione, in attesa che Stefano torni in Italia per le vacanze.