ALESSANDRO LUIGI MAGGI
Cronaca

"Melli? Chiuso da Mirotic e scaricato da Messina"

La bandiera dell’Olimpia negli anni ’80: "Molto bene lo scudetto numero 31 ma il duopolio con la Virtus Bologna è una condanna per questo sport" .

"Melli? Chiuso da Mirotic e scaricato da Messina"

"Melli? Chiuso da Mirotic e scaricato da Messina"

Una vita spesa nel basket, dagli anni ’60 ad oggi. Toni Cappellari ha percorso la storia del gioco in Italia in ogni senso.

È stato allenatore al Leone XIII, ha collaborato con la FIP, nel 1975 è entrato in Olimpia da vice ma ne diventato dirigente all’uscita di Cesare Rubini.

È stato il GM di Dan Peterson e Franco Casalini. Si è preso Scudetti e due Coppe dei Campioni. Quindi è stato presidente della Pallacanestro Varese, vice alla Fortitudo Bologna, AD ancora dell’Olimpia e brevemente GM a Cantù.

È stato uomo di storiche trattative, come quelle che portarono Roberto Premier e Dino Meneghin in Piazzale Lotto.

Lo ritroviamo oggi, per parlare di quel che ha scosso il mondo Olimpia Milano dopo la conquista dello Scudetto numero 31. Nicolò Melli è da ieri un giocatore del Fenerbahce, con un contratto biennale. Cinque giorni fa l’addio all’Olimpia. Che idea si è fatto?

"Nicolò Melli era un po’ chiuso da Nikola Mirotic e ha deciso di andare via. Evidentemente anche a causa di un rapporto non idilliaco con Messina".

Il tecnico aveva parlato in un paio di occasioni di voler proseguire il rapporto, ma secondo il racconto di Melli tutto si sarebbe chiuso in meno di un minuto. Vede quindi nel rapporto Messina-giocatore il nocciolo della questione?

"Diciamo che andare d’accordo con un carattere forte come quello di Ettore Messina non è così semplice. E Stavropoulos, che dovrebbe avere un ruolo da equilibratore, probabilmente non ha tutta questa autonomia".

L’Olimpia alla fine si è portata a casa lo Scudetto numero 31, il terzo di fila, a fronte di una seconda stagione fallimentare in Europa. Come giudica l’annata della squadra?

"Buona. In Europa non è andata benissimo, ma con il tiro da 3 non si può fare tutto. Ora è stato tesserato un centro come Josh Nebo, quindi probabilmente si percorrerà l’anno prossimo un’altra strada".

Si è parlato molto in casa Olimpia Milano anche degli infortuni che hanno caratterizzato questi mesi. Lei mi pare concentrare il tema sul tiro da 3...

"Infortuni? Non direi che siano la causa principale. Basarsi troppo sul tiro dalla distanza, in Europa, non paga".

Uno Scudetto, per quanto il terzo in fila, può quindi salvare una stagione?

"Sì, anche se in Italia ormai è una questione a due tra Milano e Bologna".

Mi pare di capire che il duopolio, per lei, non sia un bene...

"E’ una condanna per il movimento. Ci troviamo di fronte ad uno strapotere economico e di giocatori. Non vedo come possa essere un vantaggio per le altre rivali".

In tutto questo, da parte di Giorgio Armani e Dell’Orco resta fiducia totale e ribadita nei confronti di Messina.

E’ questo oggi il segreto dei successi Olimpia in Italia?

"Armani e Dell’Orco si fidano ciecamente di Ettore Messina. Lui lo sa e può fare quello che ritiene giusto".

Intanto la Nazionale di Pozzecco è pronta a partire per San Juan, dove è in programma il Preolimpico. Come vede l’estate italiana?

"Pozzecco è uno che ci sa fare. Per varie ragioni la squadra non sarà di altissimo livello, ma speriamo...".