
Il centro migranti è situato nella minuscola frazione Gavazzo di Valbondione. Ospita attualmente una cinquantina di persone, provenienti da Paesi diversi
Valbondione (Bergamo) – Continua a far discutere la gestione dei migranti nella Bergamasca. Molti i Comuni, soprattutto quelli montani, che protestano per la massiccia presenza di immigrati sul loro territorio. In prima fila c’è Valbondione, in alta Valle Seriana, il cui sindaco Walter Semperboni dopo Pasqua si renderà protagonista di un gesto clamoroso. Martedì 29 aprile sarà infatti al Quirinale, a Roma, per protestare contro la situazione migranti ospitati nella frazione di Gavazzo: più di cinquanta persone in un pugno di case, che non arriva nemmeno a 15 abitanti. Fascia tricolore al petto, il primo cittadino manifesterà il suo dissenso.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’ennesimo intervento - la scorsa domenica - di due pattuglie dei carabinieri all’interno del centro di accoglienza. “Alcuni ospiti del centro hanno litigato tra loro, come succede spesso – spiega Semperboni –. Sono di etnie diverse, non hanno lavoro e non è ben chiaro come siano gestiti nella struttura. Spesso litigano e devono intervenire le forze dell’ordine. Se si vuole aiutare la gente, bisogna farlo nella maniera giusta, non in questo modo. Spesso gli ospiti del centro vengono a chiedermi un lavoro, ma non è pensabile che più di cinquanta migranti, in una frazione che non arriva nemmeno a 15 abitanti, possano integrarsi. Se venisse qui una sola famiglia, sarei io il primo a darmi da fare per cercare loro un lavoro e aiutarli a integrarsi nel paese, ma così è impossibile”. “A Roma – prosegue Semperboni – chiederò al presidente della Repubblica che la situazione cambi. Starò lì giorno e notte, finché non avrò delle risposte”.
Intanto la sindaca di Gromo, Sara Riva, ha inviato una lettera alla Prefettura, dopo aver scoperto il 7 aprile che due dei migranti ospiti in paese si sono dichiarati minorenni e dovranno essere collocati in una comunità dal costo di 100 euro al giorno per ciascuno. Spese anticipate dal Comune, che potrà poi chiedere il rimborso allo Stato. “È una situazione paradossale – scrive la sindaca alla Prefettura –. Il Comune di Gromo deve far fronte a delle spese perché due persone, da voi erroneamente collocate nella struttura di Gromo, si trovano sul territorio comunale per vostra esclusiva colpa”.