Mariachiara Rossi
Cronaca

Viaggio tra i profughi di Romano di Lombardia. “Qui sapone e cibo non bastano per tutti”

All’ex hotel La Rocca sono state ospitate 220 persone nonostante la capienza sia di 80. Critico il sindaco Sebastian Nicoli: “Nella mia città avvengono fatti di cui non sono messo a conoscenza”

Romano di Lombardia (Bergamo) – Si muovono a gruppi stando ben attenti a non allontanarsi troppo dalla struttura ricettiva. Almeno questo è il diktat ribadito loro dallo staff della cooperativa Versoprobo di Vercelli che si sta occupando di accoglierli a Romano di Lombardia e negli altri due hotspot della provincia bergamasca, Taleggio e Castione, che raccolgono allo stato attuale circa 400 migranti.

Una boccata d'ossigeno, si fa per dire, fuori dalla struttura che li ospita
Una boccata d'ossigeno, si fa per dire, fuori dalla struttura che li ospita

Una boccata d’aria sotto il sole cocente di fine agosto è comunque più ristoratrice delle temperature infernali presenti nell’ex hotel La Rocca, albergo chiuso da dicembre 2015 e messo a disposizione dalla prefettura di Bergamo lo scorso giugno per l’accoglienza di centinaia di profughi.

I letti a castello allestiti nelle stanze
I letti a castello allestiti nelle stanze

Sprovvisto di aria condizionata, con gli ascensori fuori uso, una capienza massima che è stata superata di ben tre volte (220 contro gli 80 previsti) e l’allestimento provvidenziale di almeno quattro letti a castello in ogni stanza – che in origine ne contenevano uno – l’ex albergo è stato comunque individuato come uno dei pochi impianti disponibili della zona per far fronte all’emergenza migranti.

Profughi ospiti dell'hotel "La Rocca" di Romano di Lombardia, dove in questi giorni ci sono temperature altissime
Profughi ospiti dell'hotel "La Rocca" di Romano di Lombardia, dove in questi giorni ci sono temperature altissime

Ruben, Anouas e Parasicon, hanno 30 anni, si sono conosciuti due mesi fa nell’hub di smistamento di Bresso e hanno avuto la fortuna di essere spostati insieme. Provengono dal Bangladesh e parlano un inglese maccheronico. Sono qui in cerca di lavoro ma sperano di potersene andare il prima possibile e malgrado la barriera linguistica riescono a farsi capire molto bene, grazie anche all’aiuto degli smartphone di cui sono provvisti: "È un albergo vecchio non c’è nulla che funzioni. Vorremo lavarci i vestiti ma non c’è abbastanza sapone per tutti. Nelle stanze siamo in minimo otto persone, non c’è cibo a sufficienza e fa così caldo che qualcuno si è ammalato. Il problema è che dobbiamo comprarci le medicine da soli”.

La testimonianza di due ospiti
La testimonianza di due ospiti

Habat, un giovane pakistano di 20 anni, che vive nella cittadina della bassa bergamasca, racconta di avere conosciuto dei compaesani all’interno del “campo”, come lo chiama lui, e che dopo le 20, quando lo staff della cooperativa torna a casa, riesce a entrare e (dunque anche uscire) senza alcun tipo di ostacolo. Una situazione che ha inevitabilmente creato tensioni e malumori tra gli enti del territorio.

"Vorrei ricordare che sono stato avvisato dalla Prefettura a giochi già determinati e che non avendo giurisdizione in merito non conosco alcun membro della cooperativa. Dovevano essere meno di cinquanta ma per puro caso a luglio ho scoperto che erano state inserite 160 persone. Mi immagino siano stipate in una sorta di prigione” ha commentato il sindaco di Romano Sebastian Nicoli, che nei giorni scorsi ha racchiuso in una lettera destinata al prefetto di Bergamo, Giuseppe Florenza, e pubblicata su Facebook, tutto il suo disappunto.

Il sindaco Sebastian Nicoli
Il sindaco Sebastian Nicoli

"Finora non ho potuto far altro che constatare come nella città che amministro stiano avvenendo una serie di fatti di cui non sono nemmeno messo al corrente. A giugno ho ricevuto una vostra telefonata che mi avvertiva, dandomi la cosa come un dato di fatto, che quella struttura, non ritenuta idonea pochi mesi prima, per l’accoglienza dei profughi ucraini, avrebbe accolto un numero imprecisato di richiedenti asilo”. Ad aggravare il quadro si è aggiunta la presenza di quattro minorenni immediatamente ricollocati in comunità presenti sul territorio nazionale, che verranno messi a fattura al Comune per un costo di 40mila euro. “È delle ultime settimane il fenomeno per cui “si scopre” un numero elevato di minorenni che, naturalmente, devono essere gestiti, per la loro ricollocazione, dal nostro Comune e dall’Azienda Speciale “Solidalia”. Non è minimamente pensabile che questo carico, sia messo sulle spalle dei Comuni. Vorrei essere chiaro: sappiamo che c’è un sistema di rimborso per la collocazione dei minori ma non si può ignorare che il costo di una Comunità Alloggio molto spesso supera l’importo di questo rimborso. Finanziariamente non è sostenibile dover anticipare queste cifre: i nostri bilanci sono già al limite”.

Un passo avanti è già arrivato: venerdì a mezzogiorno il prefetto ha convocato Nicoli. Dall’altra parte il direttore di Versoprobo, Islao Patriarca, ribadisce la volontà di agire in sinergia con il territorio: "Se fino ad ora non sapevano che fossimo qua vuol dire che abbiamo lavorato bene e comunque noi non possiamo decidere chi ospitare, riceviamo i profughi e cerchiamo di fornirgli più servizi possibili, tra cui lezioni di italiano e sedute con la psicologa”.