FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Bottanuco, la sorella del padre omicida: “Mio fratello aveva fatto di tutto per suo figlio”

Liliana Corna racconta: “Giambattista ha fatto dentro e fuori dalla comunità, sembrava guarito ma per vie di alcune amicizie ci è ricascato”

Liliana Corna, sorella dell'uomo che a Bottanuco ha ucciso il figlio

Bottanuco (Bergamo) – Avevano fatto tanto per quel loro figlio. Non lo hanno mai abbandonato. Quando Giambattista è finito nel tunnel della droga, sia lui, Paolo Corna, 77 anni, da domenica sera in carcere per l’omicidio del figlio, sia la moglie, Giuseppina Verzeni, gli erano stati accanto. Volevano aiutarlo a disintossicarsi, come racconta Liliana Corna, 80 anni, sorella di Paolo.

"Mio fratello è il più buono di tutti e sei noi fratelli. Ha fatto davvero tutto per Gianbattista. Lo aveva aiutato a trovare lavoro come operaio e a mettere su casa. Gianbattista ha fatto dentro e fuori dalla comunità per risolvere i problemi di tossicodipendenza, ma forse per via di alcune amicizie ci è ricascato. Quando è uscito dalla comunità – continua Liliana Corna – sembrava cambiato, più bravo, ma questa parentesi è durata poco".

Risultato, la droga, di nuovo, sfondo di un omicidio: è successo a Cavernago, si è ripetuto domenica a Bottanuco. Un altro dramma familiare. Gianbattista, 54 anni, operaio, viveva in casa con i genitori. Oltre a lui ci sono anche tre sorelle, Paola, Sonia e Cristina. Ma nessuno di loro vuole commentare. Si sono trincerate nel silenzio. Anche ieri nell’abitazione di via Castelrotto, teatro dell’omicidio, è stato un via via di parenti e conoscenti dei Corna. "Paolo è una brava persona, ma non ce la faceva più – la spiegazione di un cugino – Quando il vaso è colmo, succedono queste disgrazie. Gianbattista era stato per sette anni in una comunità a Brescia ma le sue fragilità evidentemente non lo hanno abbandonato. Quel che posso dire è che i suoi genitori lo hanno aiutato in tutto, e il papà Paolo era sempre riuscito a gestire la situazione. Ma il vaso era colmo".