Bergamo, 17 febbraio 2024 – Tenere alta la guardia sul fenomeno delle molestie sui bus, soprattutto ai danni delle donne. E' l'obiettivo della campagna di sensibilizzazione ‘Marta’ avviata dall'Agenzia provinciale del Trasporto pubblico locale, in collaborazione con le aziende di trasporto, il Comune e la Provincia di Bergamo e Regione Lombardia.
Il progetto mira, attraverso una serie di dialoghi, a raggiungere i passeggeri degli autobus e a fornire consigli su come comportarsi nel caso ci si ritrovasse ad essere vittime o testimoni di aggressioni, molestie o atti di violenza di gruppo.
A breve sarà attivata anche un'applicazione on line alla quale ci si potrà registrare per inviare segnalazioni. Sarà una piattaforma a disposizione di tutti i passeggeri che servirà da incubatore per creare un primo osservatorio provinciale sul fenomeno, da condividere con le forze dell'ordine.
Nei prossimi giorni le locandine della campagna di sensibilizzazione ‘Marta’ saranno ben visibili sugli autobus e attraverso un codice Qr sarà possibile scaricare i vademecum con i consigli che sono stati preparati insieme alle forze di polizia e alla Prefettura.
Il progetto è stato pensato dopo che, nel novembre del 2022, sul tavolo dell'Agenzia provinciale del Trasporto pubblico locale era arrivata la lettera di una ragazza, firmata Marta (da qui il nome dell'iniziativa), studentessa al liceo Lussana, che raccontava la sua disavventura sull'autobus che prendeva ogni giorno per raggiungere la scuola. Una mattina era stata avvicinata da uno sconosciuto, che l'aveva molestata mentre stava recandosi a lezione. Per sottrarsi al suo aggressore, la giovane era scesa dal pullman qualche fermata prima di arrivare al liceo Lussana. Poi aveva preso carta e penna e aveva scritto un'accorata lettera alle istituzioni, segnalando la molestia subita, chiedendo più controlli sugli autobus e un'iniziativa di sensibilizzazione affinchè sia le vittime che gli eventuali testimoni di questi episodi sappiano cavarsela, nel caso in cui queste violenze si fossero ripetute.
“La lettera di quella ragazza mi ha colpito - spiega Angela Ceresoli, presidente dell'Agenzia del Tpl -. La sua era una precisa richiesta d'aiuto. Da qui l'esigenza di darle una risposta. Il fenomeno purtroppo esiste, anche se di dati sulla sua diffusione non ce ne sono”.