FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Monia Bortolotti e i figli soffocati, dal carcere alla Rems per cure psichiatriche. Ma ora è battaglia di perizie

Trasferita in una struttura sanitaria la mamma accusata di due infanticidi, Procura verso la richiesta di rinvio a giudizio. In aula le diagnosi sul vizio di mente: “Traumi in India prima dell’adozione”

Monia Bortolotti e i figli, Mattia e Alice

Monia Bortolotti e i figli, Mattia e Alice

Bergamo – Il suo trasferimento era una questione di tempo, di posti e di una lunga lista di attesa. La disponibilità è arrivata. Monia Bortolotti, la mamma di Pedrengo accusata di aver soffocato i suoi due figli di 2 e 4 mesi, Alice e Mattia tra il 2021 e il 2022, ha lasciato il carcere ed è stata trasferita nella Rems (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Castiglione delle Stiviere (Mantova), struttura che ha una sezione dedicata alle madri che hanno ucciso i propri figli.

La Rems di Castiglione inoltre è la meno lontana, in termini di distanza, dalla Valle Seriana, dove vive la famiglia della giovane mamma. Il trasferimento in una residenza era stato disposto a luglio dal gip Federica Gaudino all’esito dell’incidente probatorio sulla capacità di intendere e volere da parte della mamma. Sul fronte dell’inchiesta, a breve potrebbe arrivare la richiesta di rinvio a giudizio da parte del pm Maria Esposito. La 28enne (assistita dall’avvocato Bosisio) è stata ritenuta dagli esperti incaricati dalle parti e dal tribunale capace di stare in giudizio. Dalla parte del tribunale si erano espressi Patrizia De Rosa e Elvezio Pirfo di Torino (quest’ultimo chiamato anche per giudicare Alessia Pifferi, la mamma all’ergastolo per aver lasciato morire di stenti la figlioletta) e lo psichiatra Sergio Monchieri (incaricato dal pm). Da parte della difesa, Marina Verga di Milano. Gli esperti si erano peraltro divisi sul nodo del vizio di mente al momento dei fatti.

Per gli incaricati dalla Procura ci sarebbe al limite un vizio parziale. Mentre le conclusioni dei consulenti della difesa e del gip parlano di vizio totale di mente: Monia Bortolotti soffrirebbe di una profonda depressione che rimanda alle sua infanzia passata negli orfanotrofi di Madre Teresa di Calcutta. Da lì è stata poi data in adozione a una coppia di Gazzaniga (che si è poi separata: Monia è rimasta con il padre e la nuova compagna). Questo stato interiorizzato nel tempo sarebbe esploso con le gravidanze.

La donna ha sempre negato l’accusa di aver ucciso i suoi due bimbi, Alice e Mattia. I fatti nell’abitazione di Pedrengo, dove Monia viveva con il compagno e padre dei due piccoli. Alice sarebbe stata soffocata con un cuscino il 15 novembre 2021. Mattia il 25 ottobre 2022, stretto in un abbraccio mortale. Secondo la versione di Monia Bortolotti, Alice sarebbe morta per un rigurgito (e forse aveva anche il cuscino sistemato male). Quanto a Mattia, la giovane disse di essersi addormentata e avrebbe involontariamente schiacciato il piccolo tra le braccia. La tesi della pm, invece, è che fosse insofferente al loro pianto e per questo li avrebbe soffocati.

La morte di Mattia, 11 mesi dopo quella della sorellina, aveva suscitato dubbi e sospetti. Gli inquirenti avevano riesumato la salma di Alice per sottoporla ad autopsia. La madre era stata arrestata il 4 novembre 2023, e dopo il ricovero in psichiatria, il 3 gennaio era stata portata in carcere. Dove è rimasta fino al trasferimento nella Rems.