Bergamo – Il 17 gennaio alle 9.30 Monia Bortolotti, 28 anni, comparirà davanti alla Corte d’Assise per essere processata. La donna è stata rinviata a giudizio il gup Raffaella Mascarino che nell’udienza preliminare di questa mattina ha accolto la richiesta del pm Maria Esposito. Bortolotti deve rispondere del duplice infanticidio dei suoi piccoli Alice, 4 mesi, e Mattia, 2 mesi, aggravato dal legame di parentela, dalla loro minore età e dalla minorata difesa.
La morte dei due piccoli
Il 4 novembre 2023 la 28enne di Pedrengo era stata arrestata con l'accusa di avere soffocato i suoi bambini. Alice il 15 novembre del 2021, all’interno dell’appartamento dove Bortolotti viveva con il suo compagno, Cristian Zorzi. In quella circostanza era stata proprio lei a chiamare i soccorsi asserendo di aver trovato la bimba morta nella sua culla. Dopo averle dato il latte l’aveva messa a riposare ed era andata a farsi una doccia. Al suo ritorno la piccola Alice non respirava più. Allora era sembrato per un rigurgito. L'autopsia sul suo corpicino fu eseguita soltanto dopo la successiva morte, quella del fratellino Mattia avvenuta il 25 ottobre 2022. Accertamento che non è stato in grado di dare indicazioni certe sulle cause del decesso. I resti erano compromessi.
Il nodo del vizio di mente
Nel processo molto si giocherà sul vizio di mente. Bortolotti da settembre si trova alla Rems di Castiglione delle Stiviere. Non era in tribunale. Per lei c'era l'avvocato Luca Bosisio, che ha messo in discussione, in particolare, le contestazioni riguardanti la fine di Alice.
La tesi della pm Maria Esposito è che come nel caso del Mattia, su cui furono subito eseguiti accertamenti medico-legali, anche Alice sia stata soffocata dalla madre. Monia Bortolotti non avrebbe retto al loro pianto. Lei ha sempre sostenuto che in entrambi i casi si sia trattato di morti accidentali.
Nessuno dei familiari si è costituito parte civile. Nessuno dei familiari, a cominciare dal compagno e padre di Alice e Mattia, Cristian Zorzi, ha voluto essere presente, né pare intenzionato a partecipare al futuro processo. In incidente probatorio, il consulente del gip Federica Gaudino, Elvezio Pirfo (lo stesso professionista che ha valutato Alessia Pifferi) e la collega Patrizia De Rosa, di Torino, si erano espressi per un vizio di mente totale. E alla stessa conclusione era giunto anche il consulente della difesa, Marina Verga, dell’Università degli Studi di Milano. Mentre lo psichiatra dell'accusa, Sergio Monchieri, di Brescia, ha ritenuto che al massimo il vizio di mente sia parziale, ma non totale.
Gli scenari
La Corte d'Assise potrebbe disporre una nuova perizia, oppure condividere le conclusioni dell'incidente probatorio e, in quel caso, Monia Bortolotti andrebbe prosciolta con eventuali valutazioni da fare sulla sua pericolosità sociale, indicata da tutti i professionisti finora coinvolti.