REDAZIONE BERGAMO

Montello, motociclista travolto e ucciso: gip conferma carcere per l'automobilista

Arresto convalidato e l'accusa resta quella di omicidio volontario

Bergamo, 2 novembre 2022 - Vittorio Belotti resterà in carcere. Si tratta di una decisione del gip di Bergamo riguardo il quarantanovenne che ha travolto e ucciso con la sua auto il motociclista Walter Angelo Monguzzi dopo una lite al semaforo a Montello nella Bergamasca. L'arresto di Belotti è stato convalidato e l'accusa resta quella di omicidio volontario. I suoi legali avevano chiesto per il loro assistito la scarcerazione o gli arresti domiciliari

L'incidente

Domenica scorsa, Walter Monguzzi, 55 anni, agente di commercio, originario di Gorgonzola (Milano) ma da anni residente a Osio Sotto, era in sella alla sua Bmw. Accanto a lui la Panda condotta dal 49enne Vittorio Belotti, originario di Trescore Balneario e residente a Montello. Siamo in via Papa Giovanni XXIII, a Montello. Sono le 12.30 circa. C’è una rotonda. La moto condotta dalla vittima non avrebbe dato la precedenza alla Panda. Come ha poi raccontato un testimone ai carabinieri. Le persone presenti e che hanno visto hanno aiutato le indagini. La mancata precedenza potrebbe aver innescato il diverbio successivo all’altezza del semaforo «rosso stop» di via Papa Giovanni XXIII. Fermi davanti al rosso, nella stessa direzione di marcia, avrebbero discusso per pochi istanti: motivi legati alla viabilità. Avrebbero anche gesticolato, e nella foga il motociclista avrebbe scalciato la fiancata della Panda. In quel momento la moto è sulla sinistra della carreggiata, al suo fianco l’auto.

Quando scatta il verde, la moto da sinistra si porta sulla destra, mentre la Panda avanza a velocità e sperona la motocicletta. L’agente di commercio finisce a terra, la sua Bmw compie diverse giravolte fino a invadere la corsia opposta dove nel frattempo sopraggiunge una vettura Bmw, a sua volta urtata dalla moto. L’arrestato, invece di fermarsi fugge via: la parte anteriore danneggiata della sua auto è vistosamente danneggiata. Un indizio per le sue ricerche. La scena viene vista da un automobilista che arrivava alle spalle dei due,rimasto coinvolto nell’incidente. Gli accertamenti eseguiti anche sulla base dei filmati delle telecamere della zona, hanno permesso di chiarire che il 49enne con la sua Panda ha speronato la moto Bmw per poi fuggire. Le telecamere, però, sembra che non abbiano «immortalato» il momento decisivo dell’impatto. In queste ore gli inquirenti stanno passando al setaccio altre telecamere per cercare il momento topico. 

Sono le 12.40, Monguzzi è sull’asfalto, le sue condizioni sono critiche. Quando sul posto arrivano i sanitari per l’agente di commercio non c’è più nulla da fare. Scattano le ricerche del fuggitivo. I carabinieri nel giro di un’ora lo rintracciano. Decisivi i racconti dei testimoni, le immagini delle telecamere. Ma a convincerlo a consegnarsi ai militari è stata la moglie durante una telefonata intercorsa tra i due dopo l’episodio. Le pattuglie sono a casa e lo aspettano, lo portano in caserma e da lì al carcere. Per l’esatta ricostruzione dei fatti il pm Aloisio nominerà un consulente cui affidare la perizia cinematica. E oggi il sostituto potrebbe affidare l’incarico al medico legale per l’autopsia.