Alzano Lombardo – In aula c’è la sua fidanzata. Si chiama Federica, ora abita a Londra. Con lei anche i fratelli di Jason Brown Mensah, 23 anni, origini ghanesi ma nato in Italia, morto il 13 febbraio 2020 a Zingonia. Il processo – ieri un’udienza di smistamento – è per fare luce sulle cause del decesso. Imputati per omicidio colposo due medici del Pronto soccorso dell’ospedale Pesenti Fenaroli di Alzano Lombardo.
Parti civili la fidanzata e i due fratelli di Jason nonché il figlio che aveva avuto da una precedente relazione. Si arriva a processo dopo il rigetto della richiesta di archiviazione. La vicenda prende il via dopo dopo un accesso al Pronto soccorso di Alzano “per episodio psicotico”. Quel giorno il 23enne arriva in ospedale in stato di agitazione e viene trattato con un farmaco. Il giovane si trovava ad Alzano per trovare degli amici. Forse aveva assunto qualcosa che lo aveva reso euforico.
Gli agenti della Polizia locale si imbattono in lui, lo vedono un po’ su di giri e decidono di portarlo al Pronto soccorso. Secondo l’accusa, la decisione di procedere con il farmaco per via endovenosa avrebbe provocato un arresto cardio-respiratorio con un diffuso danno encefalico, al punto da ridurre il giovane in uno stato vegetativo persistente, culminato poi con il decesso.
“Jason – racconta Federica – faceva il barbiere. Lavorava a Bergamo e a Milano. Sono contenta perché si potrà chiarire come è morto”. Ridotto in uno stato vegetativo, il ventitreenne viene trasferito in una struttura per lungodegenti. “Poi siamo stati a Varese per sottoporlo a un piccolo intervento”, aggiunge Federica. Prossima udienza, il 6 febbraio.