FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Moussa Sangare ancora in aula, una nuova perizia per il killer di Sharon. Le accuse: contro i familiari minacce, violenza e coltelli alla gola

Sangare in tribunale per i maltrattamenti a mamma e sorella del 2024. Il pm: “Nominate la psichiatra del caso Verzeni”. Decisione il 9 aprile

Moussa Sangare, 30 anni, è stato accompagnato in aula a Bergamo per il processo che lo vede accusato di maltrattamenti in famiglia

Moussa Sangare, 30 anni, è stato accompagnato in aula a Bergamo per il processo che lo vede accusato di maltrattamenti in famiglia

Bergamo – È tornato in tribunale Moussa Sangare, 30 anni, originario del Mali, in carcere a San Vittore da fine agosto per l’omicidio di Sharon Verzeni a Terno d’Isola. Questa volta è comparso davanti al giudice delle udienze preliminari: deve rispondere di maltrattamenti nei confronti della mamma, Kadiatou Diallo, e della sorella Awa (le aveva puntato contro anche un coltello), episodi che risalgono al maggio 2024. Mamma e sorella, ieri assenti in aula, hanno deciso di non costituirsi parti civili. Entrambe, però, hanno continuato a mantenere i contatti con Moussa andandolo a trovare in carcere.

L’avvocato Maj, che assiste Sangare anche nel processo per l’omicidio di Sharon, ha ottenuto di accedere al rito abbreviato condizionato però a una perizia psichiatrica che valuti la capacità del trentenne di stare in giudizio e di intendere e di volere al momento dei fatti. La procura (pm Cocucci) ha chiesto che venga nominato lo stesso perito scelto dalla Corte d’assise per il processo dell’omicidio di Sharon, vale a dire la psichiatra Giuseppina Paulillo, direttrice dell’Unità operativa complessa “Residenze psichiatriche e psicopatologia forense“ dell’Ausl di Parma. Sul punto la gup Parati ha rinviato per la decisione al 9 aprile, sempre per il solo conferimento dell’incarico. Mentre in Corte d’assise l’incarico sarà formalizzato martedì 18 marzo.

I maltrattamenti. Nel maggio 2024 Moussa aveva minacciato la sorella Awa, studentessa di ingegneria di 24 anni, con un coltello e l’aveva presa a pugni. Il padre è morto di polmonite diversi anni fa; la mamma, colpita da un grave ictus nel mese di aprile 2023, era stata ricoverata a lungo e poi dimessa. Moussa, secondo le denunce presentate dalle due donne, spesso le insultava e minacciava di ucciderle. Una volta aveva anche dato fuoco alla cucina dell’appartamento di Suisio dove viveva con la famiglia. Con l’ultima denuncia era scattato il codice rosso e la pm Cocucci aveva disposto l’allontanamento, ma intanto Sangare se ne era andato dalla casa di Suisio. Poi occupò un appartamento andato all’asta e disabitato nello stesso condominio delle donne, senza però avvicinarsi a loro.

Il prima e il dopo nella vita del giovane, sono stati i viaggi. Prima di partire per gli Stati Uniti e poi per il Regno Unito, era un ragazzo normale, che frequentava il paese e l’oratorio. Quando è ritornato, nel 2020, la famiglia ha iniziato a notare dei cambiamenti, degli sbalzi d’umore seguiti da episodi di violenza, secondo la sorella dovuti al consumo di sostanze stupefacenti e di allucinogeni. Dopo aver minacciato Awa con il coltello, il giovane era andato a vivere altrove. La notte tra il 29 e il 30 luglio Moussa Sangare, uscito di casa in bicicletta, si imbatte in Sharon Verzeni che sta camminando con le cuffiette e ascolta musica. Siamo in via Castegnate, a Terno d’Isola. Il 30enne la avvicina, le tocca una spalla, le chiede scusa per quello che stava per fare: colpisce la giovane con un coltello. Quattro fendenti, forandole entrambi i polmoni.