Terno d’Isola (Bergamo) – C’è stato un momento, nella vita di Moussa Sangare, in cui la strada imboccata poteva essere quella “giusta”, quella più ambita. Fare musica, calcare le scene. Ci era andato abbastanza vicino, l’assassino di Sharon Verzeni. Lo raccontano gli amici, la sorella, ma anche le immagini dei social. C’è una foto, in particolare, che colpisce se si pensa a come poi la sua vita sia deragliata fino a investire l’ignara e incolpevole barista 33enne.
È una foto del maggio 2016, scattata in studio. Sangare è insieme a Ghali (primo da destra) e altri nomi di spicco della scena rap, allora non proprio famosissimi, al contrario di oggi. Insieme a Sangare (con il cappellino rosso), si riconosce Izi (secondo da sinistra), Shade (al centro con la giacca nera), Tedua (in centro, dietro) e il produttore Charlie Charles (accanto a Tedua).
Con Izi, peraltro, la collaborazione all’epoca era attiva e fruttuosa, tanto che “Moses”, come si chiamava sui social e nei brani, nel 2016 aveva anche partecipato a un brano piuttosto conosciuto (14 milioni di visualizzazioni su YouTube), “Scusa”, di cui cantava il ritornello. Nel video è con completo elegante nero, faccia pulita, parole di sconforto: “Scusa se non riesco mai a cambiare / E non ho soldi per portarti al mare / Scusa se non sono quello che volevi te / Ma non so lasciarti andare / Scusa se la mia vita è scritta male / E sbaglio sempre sul finale / Forse è troppo tardi, ma ti chiedo scusa”. A rileggerle alla luce di quanto è successo, in effetti, vengono i brividi.