Sentiva delle strane voci dentro. Voci che "dicevano di uccidere". Matteo Lombardini, 35 anni, con problemi psichici di cui soffre da anni, lo ha chiarito ieri mattina davanti al gip Stefano Storto durante l’interrogatorio di convalida che si è tenuto in una stanza blindata dell’ospedale Papa Giovanni XXIII. Il giovane, che deve rispondere di omicidio del padre Giuseppe Lombardini, 72 anni, e del tentato omicidio della madre, Maria Angela Stella, 66 anni, ha parlato per pochi minuti.
Assistito dall’avvocato Marco Filippo Avilia, al giudice ha raccontato di quelle strane voci che gli ronzavano nella testa. Arresto convalidato, e il giudice ha stabilito che, dopo l’ospedale, Lombardini dovrà essere trasferito in una struttura sanitaria. Il suo avvocato ha chiesto una perizia psichiatrica.
Torniamo a sabato sera, siamo a Viana di Nembro. Mancano pochi minuti alle 20, nell’appartamento al terzo piano del condominio al civico 10 di via Rossini, dove Matteo viveva con i genitori. Non c’è stato nessun litigio. Ma le voci dei genitori davano fastidio a Matteo, voci che un certo punto si materializzano: il 35enne afferra un coltello da cucina e sferra diverse coltellate al padre, pensionato, ex dipendente dell’ufficio personale di Bas, fino a ucciderlo. Poi si rivolge alla madre che aveva cercato di difendere il marito. La donna viene ferita: trasportata al Papa Giovanni XXIII se la caverà con 40 giorni di prognosi.
Già dodici anni fa il 35enne aveva aggredito il padre con un coltello. Passato anche dal centro psicosociale di Nembro, Matteo Lombardini era ancora in cura, anche farmacologica. Negli ultimi mesi la situazione sembrava migliorata, tanto che il giovane aveva iniziato a lavorare per una cooperativa. Martedì però era andato al Pronto soccorso dell’ospedale di Alzano Lombardo per uno stato di agitazione chiedendo di essere ricoverato.