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“Chi sei?”. Le ultime parole di Sara Centelleghe al suo assassino. Jashandeep Badhan aveva un appuntamento con l’amica

Il 19enne riesce ad entrare nell’appartamento della giovane e tra i due scoppia una violentissima lite. Poi, l’aggressione, prima a pugni e subito dopo una trentina di forbiciate al volto e al torace

Costa Volpino (Bergamo), 28 ottobre 2024 – Prima i pugni e poi una trentina di forbiciate, alcune al volto, altre al cranio e al torace. È così che nella notte tra venerdì e sabato è morta Sara Centelleghe, 18enne di Costa Volpino, per mano di Jashandeep Badhan, indiano di 19 anni, che è riuscito ad entrare a casa della giovane, forse dopo un appuntamento mancato con l’amica che stava trascorrendo la serata con lei, ma che in quel momento era uscita. E proprio per l’altro numero di colpi (non una decina come era stato detto all’inizio, ndr), inferti sul corpo della ragazza, il pm titolare del caso, Giampiero Golluccio, sta valutando anche l’aggravante della crudeltà. 

Sara Centelleghe uccisa da Jashandeep Badhan
Sara Centelleghe uccisa da Jashandeep Badhan

Intanto l'arrestato è stato accompagnato dal carcere in ospedale per curare le ferite alla mano destra che si è provocato durante l'aggressione a Sara. Proprio la mano ferita aveva insospettito i carabinieri che, sabato mattina, lo avevano convocato in caserma, inizialmente come testimone. Mentre domani mattina il 19enne si dovrà presentare davanti al gip per un nuovo interrogatorio.  Oggi il pm ha anche incaricato il medico legale per l'autopsia sul corpo della vittima, ma la data non è ancora stata fissata. 

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Costa Volpino, uno striscione dedicato a Sara Centelleghe, uccisa a 18 anni

“Chi sei?”. Le ultime parole di Sara

“Chi sei?”, avrebbe domandato Sara Centelleghe quando Jashandeep Badhan si è improvvisamente presentato in camera sua mentre dormiva. Lei conosceva solo di vista il 19enne indiano, che abita nel suo stesso complesso residenziale ma in una scala diversa, e non è una sua amica. Al contrario della ragazza con cui la 18enne stava trascorrendo la serata. In quel momento, però, la coetanea non si trovava nell’appartamento, perché – stando a quanto avrebbe raccontato in un primo interrogatorio – era uscita per andare a prendere da bere in un distributore automatico poco distante dal condominio. 

Pugni e forbiciate

In circostanze ancora del tutto da chiarire, Joshadeep Badhan sarebbe riuscito ad entrare nell’appartamento di Sara – forse la porta era aperta e lui era convinto di trovare la sua amica – e si sarebbe diretto in camera della ragazza. Tra i due sarebbe scoppiata subito una violentissima lite. Il giovane avrebbe iniziato a prendere a pugni la 18enne. Poi si sarebbe diretto in cucina, avrebbe preso delle forbici e avrebbe sferrato una trentina di colpi sulla ragazza uccidendola. Infine, con i vestiti e i piedi sporchi di sangue, è scappato, lasciando una scia di impronte, lungo tutto il percorso che ha fatto per tornare a casa.

L’arrivo dei carabinieri e la confessione

Dopo essersi cambiato i vestiti in garage, Joshadeep si è messo a letto ed è stato svegliato sabato mattina dai carabinieri. I militari lo hanno portarlo in caserma inizialmente come testimone: volevano verificare la versione fornita dall’amica della vittima, la diciassettenne che aveva visto per l’ultima volta viva Sara. Ma durante il confronto i militari hanno notato alcune ferite sospette a una mano del giovane. Lui ha provato a difendersi ma alla fine è crollato e ha confessato l’omicidio, anche se molti dettagli sono ancora tutti da chiarire. 

L’appuntamento mancato

Ma la sera del delitto, l’amica di Sara doveva davvero andare a prendere da bere al distributore automatico? Dopo i primi interrogatori e riscontri emergerebbe qualcosa di diverso. Sara e Jashadeep, in effetti, si conoscevano solo di vista. Per quale motivo il 19enne sarebbe dovuto andare a casa di lei? Invece, l'amica della vittima e il killer si conoscono e sembra che quella sera si fossero dati appuntamento, tramite messaggi sul cellulare. Un ultimo sms risulterebbe alle 23.30 circa: “Incontriamoci”. Ma non sarebbe stato specificato il luogo, e nemmeno il motivo del loro incontro. Qualcosa di più potrebbe emergere dall’analisi dei cellulari sequestrati. Dopo una serata con gli amici – il 19enne ha ammesso di aver bevuto molto –Badhan sarebbe rientrato parcheggiando l'auto in garage e avrebbe salito le scale per incontrare la ragazza. Lei, nel frattempo, avrebbe preso l'ascensore. Così non si sono incrociati. E lui ha trovato solo Sara in casa. Dopo l’aggressione, è scappato e quando l’amica è rientrata nell’appartamento ha trovato la 18enne in un lago di sangue. 

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Il movente

Ma perché uccidere Sara? Come si legge nel verbale dell’interrogatorio, il 19enne ha affermato di “non sapere” perché l’abbia fatto. E tra le lacrime ha aggiunto di essere pentito. Ha ammesso di avere bevuto la sera dell’omicidio ma ha negato il movente sessuale, che resta però una delle ipotesi alla base dell’aggressione. 

Il papà di Sara: “Perché?”

Intanto il padre di Sara, Vittorio Centelleghe, ha cercato rifugio a casa della mamma, nella frazione Piana. Ma non riesce a darsi pace. Raggiunto al telefono da Storie Italiane, trasmissione di Rai1 condotta da Eleonora Daniele, ha detto: “Ero orgogliosissimo di mia figlia, per cosa è morta? Per niente. Perché? Sara è morta per cosa?”. 

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La preside: “Sconvolti, era una di noi”

Sara era una di noi. Sara era una giovane studentessa dell'Ivan Piana che si stava affacciando alla vita piena di sogni e speranze”. Queste le parole che arrivano dall'istituto sociosanitario 'Ivan Piana' di Lovere che frequentava Sara Centelleghe. Questa mattina, 28 ottobre, le lezioni si sono fermate per dedicare un minuto di silenzio alla ragazza. La preside Celestina Zandonai l’ha ricordata così: “Sara quest'anno avrebbe conseguito il diploma. La terribile e tragica notizia della sua scomparsa ha paralizzato la scuola, ha sconvolto la comunità. Numerose saranno le azioni che verranno attivare per aiutare studenti e insegnanti in questo momento di grande dolore e tutti ci uniremo partecipando alla fiaccolata di giovedì 31 ottobre. Non ci sono parole, siamo tutti sconvolti ed attoniti. Il nostro pensiero va alla famiglia a cui siamo molto vicini”.

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