MILLA PRANDELLI
Cronaca

Sara uccisa a Costa Volpino, l’uomo che l’ha vista per primo: “A terra nel sangue. Non era un malore”

Uccisa a 18 anni nell’abitazione da un coetaneo. Il vicino accorso nei primi istanti della tragedia: dalle urla pensavo a un incidente. L’altra ragazza chiedeva aiuto, ho trovato tagli sul corpo. E ho capito

I carabinieri hanno sequestrato diverso materiale dalla casa della persona arrestata

Costa Volpino (Bergamo) – “Costa Volpino? Vivere qui non è facile per noi ragazzi”. La voce che tradisce sofferenza è degli amici di Sara Centelleghe, ancora 18 anni per pochi giorni, uccisa a colpi di forbice da un coetaneo di nazionalità indiana (19 anni). Sara abitava in via Nazionale 124, al terzo piano, non lontano dal municipio. Jashandeep Badhan, arrestato dai carabinieri con l’accusa di omicidio volontario, era residente nello stesso complesso ma in un condominio diverso. Mai il paese del lago d’Iseo che divide le province di Bergamo e Brescia aveva vissuto una violenza tale. Dalla notte tra venerdì e sabato, il sangue ha iniziato a scorrere anche qui. Anche per questo, ieri mattina, sotto casa di Sara sono arrivati in tanti. C’erano gli amici, in lacrime, alcuni concittadini chiusi nel silenzio e gli avventori dei bar della zona.

“Non sappiamo cosa sia accaduto” dicono due ragazzi con zaini e borsoni, seduti sotto i portici al riparo dalla pioggia. Nel condominio della diciottenne, invece, parlano solo i vicini che hanno chiamato i soccorsi hanno. Gli altri restano serrati nelle loro case, chiuse a chiave, mentre sulle scale iniziano a radunarsi i curiosi, attirati dalle impronte dei piedi insanguinati lasciate lungo tutta la scalinata dall’assassino.

“Dalle urla pensavo si trattasse di un incidente domestico – ha detto il vicino che ha trovato il corpo di Sara e che per primo ha cercato di aiutarla –. Pensavo fosse uscita dal bagno, che fosse scivolata e che avesse picchiato la testa. L’amica della vittima è uscita chiedendo aiuto e ho trovato la ragazza per terra insanguinata, con varie lacerazioni. Mi sono reso conto che era successo qualcosa di diverso dal malore o dall’incidente domestico. L’amica di Sara continuava a dire che erano in casa solo loro due. La prima cosa a cui ho pensato è che ci fosse qualcuno di non conosciuto in casa”. Le porte del condominio si sono chiuse in serata. Le scale stono state in parte pulite. Sono invece rimasti i sigilli apposti dai carabinieri sulla porta di casa dove la vittima abitava con la madre. Lo stesso nella palazzina dove viveva l’indiano, arrestato: qui l’appartamento sotto sequestro è il suo.