Bergamo – Uno scenario del tutto imprevisto e imprevedibile, proprio come si è conclusa l’accesa discussione: quattro fendenti al petto inferti con un comune coltello da cucina. Tanto sangue e un morto.
Ma prima dello svelamento del movente, nel ventaglio delle ipotesi che si rincorrevano per cercare di trovare una risposta a un omicidio così violento accaduto venerdì pomeriggio (tra le 15 e le 15.30) nelle vie dello shopping di Bergamo, proprio come via Tiraboschi, tra viavai di passanti e vetrine di negozi, si configuravano altri scenari. Ma non certo quella della gelosia. A confermarlo è stato il procuratore aggiunto Maria Cristina Rota durante la conferenza stampa in Questura in cui ha chiarito alcuni aspetti a iniziare dal movente.
A quanto risulta, Mamadi Tunkara, 36 anni, originario del Gambia, è stato ucciso da Sadate Djiram, 28 anni, richiedente asilo del Togo in Italia dal 2024, incensurato (stava completando un percorso di studi per ottenere un diploma di scuola superiore: frequentava di sera l’istituto Mamoli), perché erano interessati alla stessa donna. Una giovane italiana che in passato avrebbe avuto una relazione con l’aggressore e che attualmente aveva iniziato a frequentare la vittima. “Aveva una storia con la mia ex fidanzata”, le parole di Sadate, fermato per omicidio, durante la confessione (all’inizio si era avvalso della facoltà di non rispondete, ma prima di essere portato in carcere ha cambiato idea e ha parlato assistito dall’avvocato d’ufficio Michaela Viscardi), negli uffici della Squadra mobile della questura di Bergamo. Il 28enne del Togo voleva raggiungere Lugano in treno, ma a Chiasso è stato bloccato perché senza documenti e rispedito indietro, nelle mani della polizia italiana.
La donna al centro del contendere è già stata sentita e verrà ascoltata di nuovo nelle prossime ore. Martedì e in programma l’autopsia. Mamadi Tunkara e Sadate si conoscevano. Il presunto assassino e l’ex fidanzata andavano a fare la spesa al Carrefour di via Tiraboschi, dove la vittima lavorava come addetto alla sicurezza per un’agenzia esterna, la Top Secret di Ferrara il cui titolare ha dichiarato che si farà carico dei costi per il rientro della salma in Gambia. Venerdì Sadate era andato a cercare Tunkara sul posto di lavoro. Voleva chiedergli spiegazioni, voleva sapere se davvero stava frequentando la sua ex. Il 28enne sarebbe stato aggredito per primo e non avrebbe portato con sè il coltello (questa, almeno, è la sua versione). Al momento non gli viene contestata la premeditazione. Poi la situazione è degenerata, lasciando spazio alla violenza. Dopo aver accoltellato il vigilante, il 28enne ha abbandonato per strada in via Ghislanzoni lo zaino con all’interno i documenti. Voleva fuggire verso la Svizzera.
Fermato per controlli a bordo di un treno diretto a Lugano, è stato riconsegnato dalla polizia elvetica ai colleghi italiani della Mobile. Sottoposto a fermo alle 14.25 è stato trasferito da Chiasso a Bergamo. Secondo quanto dichiarato dal procuratore aggiunto (il fascicolo è del pm Marchina) l’uomo avrebbe ammesso le sue responsabilità. “Gli ultimi accertamenti sono in corso – puntualizza l’aggiunto – ma riteniamo di avere fermato il responsabile del fatto di sangue, anche se vale ancora la presunzione di innocenza”. Il coltello è stato trovato ieri mattina dalla Scientifica in una corte di via Paglia, centro città. Mentre verranno cercati riscontri di natura scientifica, oltre che sul coltello, anche sugli indumenti che il fermato indossava quando è stato trovato sul treno.
L'omicidio in pieno centro ha destato allarme in città, infatti ieri mattina è stato convocato in Prefettura un vertice straordinario del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto Luca Rotondi, con i vertici delle forze dell'ordine. Nel frattempo, in via Tiraboschi sono comparsi dei manifesti con la foto della vittima, accompagnati dalle frasi “il suo sorriso pesa sulle vostre coscienze. Bergamo è stanca”. I colleghi di Mamadi hanno lasciato messaggi, fiori e candele sotto i portici in segno di lutto.
Ieri pomeriggio la sindaca Elena Carnevali ha voluto esprimere profonda gratitudine a nome dell’amministrazione. Un messaggio di cordoglio è apparso anche sul sito del C.p.i.a di Bergamo che Mamadi aveva frequentato per conseguire la licenza media: “Le tue speranze, i tuoi sogni, il tuo sorriso rimangono nelle mura della nostra scuola. Ci stringiamo con affetto alla sua famiglia e ai suoi cari, condividendo il loro dolore in questo momento così difficile. Ciao Mamadi, fratello d’Italia”. Anche Carrefour ha voluto esprimere la sua vicinanza alla famiglia di Mamadi. “Carrefour Italia – si legge in una nota – ha appreso con dolore della morte, a seguito di un’aggressione, di un addetto alla sicurezza impiegato presso un punto vendita di Bergamo e dipendente di una società terza. In attesa che le indagini facciano chiarezza su quanto accaduto, l’azienda rimane a completa disposizione delle autorità competenti per fornire il massimo supporto e si stringe attorno a famigliari e conoscenti della vittima in questa tragica circostanza”.