FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Omicidio Roberto Guerrisi: trovata l’arma del delitto, era nascosta in una cabina elettrica

l nuovo sopralluogo nei locali della Db Car di Pontirolo Nuovo ha portato al risultato atteso: la pistola calibro 6,35, detenuta illegalmente, è stata fiutata da Cooper, il cane dei carabinieri, all’interno del capannone. In attesa di essere interrogato in carcere Rocco Modafferi

Pontirlo (Bergamo) – La modalità con cui è avvenuto l’omicidio appare chiara. Ma per chiudere il cerchio mancava ancora un dettaglio, tutt’altro che secondario: l’arma utilizzata per far fuoco contro Roberto Guerrisi, 42 anni, operaio alla Tenaris di Dalmine, residente a Boltiere (sposato e padre di tre figlie) freddato sabato pomeriggio davanti all’ingresso della ditta Db Car di Pontirolo Nuovo, in via Bergamo.

Le immagini delle telecamere interne al capannone avevano detto chiaramente che da lì, dopo i fatti, non era uscito nessuno. Per cui la pistola si trovava ancora tra le mura della ditta. E infatti la calibro 6,35, detenuta illegalmente, è stata trovata nel pomeriggio durante un sopralluogo all’interno della Db Car. Era nascosta in una cabina elettrica dietro il capannone dell’autorimessa.

rilievi dell'omicidio di Roberto Guerrisi
I rilievi dell'omicidio di Roberto Guerrisi

Il ritrovamento

A scovarla, lì dietro, è stato il cane Cooper del nucleo cinofili dei carabinieri della compagnia di Treviglio, arrivati nel primo pomeriggio in via Bergamo assieme ai colleghi del Norm per un altro sopralluogo finalizzato, tra l’altro, anche alla ricerca dell’arma. Carabinieri e vigili del fuoco hanno cercato a lungo nella ditta. Sul posto, dopo gli spari, erano stati rinvenuti due bossoli, secondo gli inquirenti esplosi da Rocco Modafferi, 58 anni, zio del fidanzato della figlia della vittima. Intorno alle 14, gli uomini del Nucleo investigativo di Treviglio hanno varcato l’ingresso della Db Car.

T15CAA_
Cooper, il cane dell'unità cinofila che ha scoperto l'arma del delitto

Gli altri rilievi

Oltre alla ricerca dell’arma, sono stati effettuati altri accertamenti con l’ausilio del metal detector, dei cani, del drone e di altre tecnologie. In supporto anche alcune squadre dei vigili del fuoco. Due colpi quelli che sono stati sentiti (come hanno raccontato anche alcuni testimoni), ma uno solo è quello che ha ferito gravemente a volto Guerrisi. Ma per eliminare anche gli ultimi dubbi a riguardo, sarà importante l’autopsia, che a oggi  non è stata ancora fissata.

In cella

Rocco Modafferi si trova in carcere. Il pm titolare del fascicolo gli contesta l’omicidio volontario. È stato sottoposto all’accertamento dello Stub (l’esame scientifico per verificare se sugli indumenti di una persona sono rimaste tracce dopo l’esplosione di un colpo) e di questo se ne occuperà il Ris di Parma. Per quanto riguarda l’interrogatorio del fermato, ci sarà con tutta probabilità questa mattina al carcere di via Gleno. Il 58enne, ora assistito da un avvocato di fiducia, Occhipinti, davanti al gip Storto avrà l’opportunità di fornire la sua versione dei fatti.

La ricostruzione

Sabato mattina Giuseppe Guerrisi aveva raggiunto una prima volta il civico 13 in via Bergamo, dopo che la notte precedente la figlia ventenne aveva denunciato di essere stata picchiata dal fidanzato («l’hanno portata in ospedale che aveva un occhio nero», hanno detto i parenti della vittima). Con quali intenzioni Guerrisi fosse andato sul posto per chiedere spiegazioni, non è chiaro. Sta di fatto che è tornato nel pomeriggio, insieme ad alcuni familiari. A separare le due famiglie il grosso cancello della ditta. Gli animi si scaldano e a un certo punto da una grata spunta una mano che impugna l’arma e fa fuoco. Guerrisi viene colpito in volto, si trascina per qualche metro e si accascia a terra davanti alla pensilina di un bus, lasciandosi dietro una striscia di sangue.

Le reazioni

Omicidio che ha sconvolto la comunità di Pontirolo Nuovo, come ha sottolineato la sindaca Erika Bertocchi, in carica da sei mesi: «Siamo molto turbati e tristi per il gravissimo fatto accaduto in una comunità tranquilla e coesa, come quella di Pontirolo, nessuno avrebbe potuto immaginare una tragedia simile».