FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Omicidio di Sharon Verzeni: i Ris analizzano 40 campioni di Dna. Tracce isolate anche su alcuni coltelli

Tre settimane fa l’assassinio della giovane barista: chi l'ha uccisa non ha ancora un nome, continua il lavoro degli inquirenti

Un altarino dedicato a Sharon Verzeni nel luogo in cui è stato trovato il cadavere

Un altarino dedicato a Sharon Verzeni nel luogo in cui è stato trovato il cadavere

Bergamo, 18 agosto 2024 – Tre settimane dall’omicidio di Sharon Verzeni, la barista di 33 anni uccisa con quattro coltellate la notte tra il 29 e il 30 luglio in via Castegnate, a Terno d’Isola. E ancora non c’è una svolta decisiva nelle indagini, che per ora ha pochi punti fermi. Gli investigatori, carabinieri del Ros e i colleghi del Nucleo investigativo di Bergamo (assieme a quelli della compagnia di Zogno) hanno indirizzato il lavoro fondamentalmente su tre versanti.

Per riassumere: l’analisi della copia forense del cellulare della vittima, alla ricerca di un eventuale ultimo messaggio o di un’ultima chiamata; il confronto dei profili genetici prelevati nella zona dell’omicidio per essere poi comparati con eventuali tracce di Dna trovate sui vestiti che la vittima indossava quella sera; e per ultimo la visione delle immagini delle oltre 50 telecamere pubbliche e private di Terno d’Isola e non solo: un lavoro immane, cento ore di filmati.

Il telefonino

Per quanto riguarda il cellulare di Sharon, non sarebbero emerso nulla di interessate dal punto di vista investigativo. In linea con la vita privata della barista: pochissime conoscenze, coppia fissa con Sergio Ruocco (la cui posizione al momento viene ritenuta estranea ai fatti), il matrimonio il prossimo anno, le uscite con le colleghe di lavoro, le camminate la sera per le vie di Terno d’Isola su consiglio della dietologa, la vicinanza a Scientology (era stata invitata dalle stesse colleghe a frequentare dei corsi di rilassamento e sulla positività, come ha raccontato suo papà Bruno Verzeni n.d.r.).

I test genetici

Sul fronte cosiddetto genetico, proseguono le ricerche per riuscire a dare una identità all’assassino. I tamponi (sarebbero una quarantina quelli già effettuati) sono stati eseguiti in modo mirato. Si tratta di profili genetici di familiari, di abitanti e pregiudicati della zona, e dei soccorritori: questo anche per consentire l’esclusione di piste che non si rivelassero di importanza per le indagini.

Tutti i campioni vengono analizzati dai carabinieri del Ris con le tracce che potrebbero essere riscontrate sugli indumenti della donna, sui campioni che sono stati prelevati durante l’autopsia e anche su alcuni coltelli recuperati nella prima fase delle indagini. E proprio da qui si spera possa arrivare la svolta.

Le immagini

Le telecamere a dir il vero quella notte non hanno ripreso l’omicidio, ma hanno immortalato delle auto, qualche pedone, e l’uomo in bicicletta che è stato invitato a farsi avanti. Potrebbe aver visto qualcosa? Ogni dettaglio in questo momento può rivelarsi prezioso.

Gli inquirenti, coordinati dal pm Emanuele Marchisio, mantengono il massimo riserbo. E l’assassino, a tre settimane dall’omicidio, non ha ancora un volto.