FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Il killer di Sharon Verzeni subito a processo: “Per lui aggravanti da ergastolo”. I test genetici inchiodano Sangare

La richiesta di giudizio immediato va al gip. Oltre che i futili motivi e la premeditazione, il pm contesta a 31enne (attualmente in carcere a San Vittore) l’aggravante della minorata difesa per l’orario notturno, il luogo che era deserto, e le condizioni della vittima: la giovane stava ascoltando musica con le cuffiette, risultando quindi più vulnerabile a una aggressione a sorpresa

Moussa Sangare, 31 anni

Moussa Sangare, 31 anni

Bergamo – L’ultimo tassello che mancava per chiudere il cerchio delle indagini era il risultato degli accertamenti da parte dei Ris sul materiale inviato dalla procura. Sul telaio della bici – su cui la sera dell’omicidio il 30 luglio 2024, Moussa Sangare, 31 anni, assistito dall’avvocato May, percorreva via Castegnate, a Terno d’Isola – sono state trovate anche tracce di dna della vittima, Sharon Verzeni, 33 anni, originaria di Bottanuco, dove vive la sua famiglia. Messe in fila le prove, le immagini delle telecamere, la confessione di Moussa, le tracce di dna sulla bici, era intuibile che il pm Marchisio, titolare del fascicolo, potesse arrivare a chiedere il giudizio immediato per Moussa Sangare, accusato di omicidio pluriaggravato.

La richiesta è pronta per essere inoltrata a breve al gip. Una volta trasmessa, il giudice delle indagini preliminari fisserà l’udienza. Oltre che i futili motivi e la premeditazione, il pm contesta a Moussa (attualmente in carcere a San Vittore) l’aggravante della minorata difesa per l’orario notturno, il luogo che era deserto, e le condizioni della vittima: Sharon stava ascoltando musica con le cuffiette, risultando quindi più vulnerabile a una aggressione a sorpresa, alle spalle, come quella che ha subito. Aggravanti da ergastolo.

Era mezzanotte e 52 minuti. Sharon quella sera stava camminando da sola tra le vie di Terno d’Isola. Lo faceva anche perché voleva perdere peso. Dopo l’aggressione (venne colpita con quattro coltellate) lei stessa riuscì a chiamare il 112 con le ultime forze che le erano rimaste, prima di accasciarsi a terra: “Mi ha accoltellata”, la frase che disse all’operatore che ricevette la sua chiamata. Sharon Verzeni aveva 33 anni, lavorava come barista alla pasticceria Vanilla di Brembate, e viveva a Terno d’Isola con il compagno Sergio Ruocco (che quella notte dormiva). In via Castegnate si imbatté in Sangare.

Lei aveva le cuffiette per la musica, lui era in bicicletta. La incrociò, invertì la marcia, la prese alle spalle: “Mi scusi per quello che le sta per accadere” disse Moussa. Il primo colpo al petto rimbalzò, gli altri tre glieli diede mentre la vittima scappava. È stata una indagine lunga e impegnativa. I carabinieri sono partiti da un fotogramma non molto chiaro in cui su vedeva un ciclista che passava in via Castegnate, all’ora del delitto. Poi il cerchio si strinse attorno a Moussa Sangare.