Terno d’Isola (Bergamo) – Si indaga in tutte le direzioni per dare un nome e un volto all’assassino di Sharon Verzeni, la 33enne originaria di Bottanuco uccisa con sei coltellate nella notte fra lunedì e martedì 30 luglio in via Castegnate a Terno d’Isola. Immagini delle telecamere presenti nel paese, il telefono della vittima subito acquisito dai carabinieri e l’arma del delitto che ancora non si trova – da qui l’invito, oggi ritirato, del sindaco di Terno, Gianluca Sala, a non gettare – e le (poche) testimonianze, fra cui quella donna che risiede in un palazzo di via Castegnate e che ha sento Sharon implorare aiuto ed è poi scesa in strada per prestarle soccorso, e la coppia di ragazzi che in quel momento sta passando in macchina e si ferma per aiutare la giovane accasciata al suolo. Sono questi, per ora, gli elementi in mano ai carabinieri di Zogno e al pm titolare dell’inchiesta Emanuele Marchisio.
Le indagini
I carabinieri di Bergamo hanno ascoltato e continueranno a farlo nelle prossime ore le persone che possono riferire informazioni utili, tra cui amici, parenti e conoscenti e "probabilmente" per una seconda volta, spiega una fonte all'AGI, verrà sentito Sergio Ruocco, il fidanzato elettricista della vittima. Agli inquirenti ha detto di essere in casa quando la sua compagna è stata uccisa e di essersi preoccupato perché non tornava anche se aveva l'abitudine di passeggiare anche in tarda serata. Non sarebbero emersi indizi nei suoi confronti, perlomeno non tali da ipotizzare un suo coinvolgimento.
La chiamata al 112: “Aiuto, mi hanno accoltellata”
Sharon sta passeggiando a notte fonda per via Castegnate quando viene raggiunta da sei coltellate, tre alla schiena, una al torace e due al costato. Ferite profonde e che si riveleranno letali, il decesso – nonostante ogni tentativo messo subito in atto per salvarla – all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo nelle ore successive. Agonizzante, riesce tuttavia a digitare il numero d’emergenza col telefonino, e con le poche forze rimaste a gridare poche, disperate parole: “Aiuto, mi hanno accoltellata!”. È l’una di notte. La donna non ha però le forze né per dire dove si trova né a spiegare cosa le è successo o da chi è stata aggredita. Restano in piedi, al momento, diversi scenari che potrebbero “inquadrare” quanto è successo la scorsa notte. Dal tentativo di violenza, alla rapina finita male. E una domanda che ci si pone in queste ore: Sharon conosceva forse il suo assassino? Un particolare è subito saltato agli occhi degli investigatori: chi ha ucciso Sharon non le ha portato via il cellulare.
“Una ragazza buona e riservata”
Via Castegnate dista all’incirca un chilometro da via Merelli dove Sharon era venuta a vivere da tre anni assieme al compagno Sergio Ruocco. Che al momento del delitto si trovava a casa (è stato interrogato dagli inquirenti ma non risulta indagato). I cellulari della coppia sono stati sequestrati. I vicini di casa parlano di una coppia tranquilla, riservata. Nessuno, degli inquilini delle villette bifamiliari che confinano con quella di Sharon e Sergio dicono di averli mai sentiti litigare: “Una coppia perfetta”. Nessuna discussione a voce alta, insomma, che potesse lasciare presupporre un contesto famigliare sotto stress o in crisi. Il datore di lavoro di Ruocco, elettricista nella vicina Seriate, ha parole di elogio per lui. “Un operaio affidabile che chiunque vorrebbe avere nella propria squadra”.
Idem per Sharon, descritta da amici e conoscenti, oggi in lacrime e sotto choc, come una ragazza semplice, gran lavoratrice, legata al compagno. Un diploma da estetista e un impiego al bar della pasticceria Vanilla di Brembate. La passione per i libri che ordinava on line e passava poi a ritirare in biblioteca. Il legame con l’oratorio del paese d’origine, Bottanuco, nel quale il padre Bruno faceva del volontariato. L’amore per gli animali, in particolare i cuccioli di cane le cui foto riempiono i suoi profili social. E la famiglia. Il fratello Christopher, la sorella maggiore Melody, la mamma Maria Teresa Previtali. Una famiglia che ieri è rientrata dalle vacanze chiusa in un dolore immenso e precipitata dentro un incubo che non avrebbe mai potuto lontanamente immaginare.
L’appello: “Chi ha informazioni utili ci contatti”
I carabinieri di Bergamo hanno ora lanciato un appello: "Chi fosse in possesso di informazioni ritenute utili alle indagini potrà rivolgersi al Comando provinciale dei carabinieri di Bergamo”. Tutto quanto possa fare luce su un giallo che al momento presenta ancora diverse zone d’ombra non potrà che rivelarsi utile alla magistratura.