GABRIELE MORONI
Cronaca

Le voci su Scientology nell’omicidio di Sharon Verzeni: “frizioni” nella coppia sui costi dell’affiliazione

La 33enne si era avvicinata al movimento tramite il Vanilla e una collega. L’ipotesi di una lite sull’iscrizione, il fidanzato smentisce: “Invenzioni”. L’organizzazione: nessuna “pista“ su di noi, collaboriamo per la verità

Sharon Verzeni e i suoi genitori all'arrivo in caserma (a destra Bruno Verzeni, a sinistra Maria Teresa Previtali)

Bruno Verzeni e Maria Teresa Previtali, genitori di Sharon, all’arrivo in caserma

TERNO D’ISOLA (Bergamo) – Ora è tutto un riavvolgere il nastro alla ricerca di un tassello mancante o sfuggito all’incastro, un dettaglio, un particolare, la confidenza, la parola di un attimo. È una discesa in profondità nella vita, all’apparenza quieta, regolata, senza ombre, di Sharon Verzeni, in stridente e inspiegabile contraddizione con la sua fine cruenta, a 33 anni. Gli inquirenti cercano tutto questo dai familiari di Sharon ma anche attraverso uno scandaglio negli ambienti e fra le conoscenze. Già nell’immediatezza della sua fine si era parlato di un avvicinamento della ragazza alla Chiesa di Scientology, il movimento fondato nel 1954 dall’ex scrittore Ron Hubbard, che in terra bergamasca ha la sua sede a Gorle.

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Il tramite erano stati i datori di lavoro del bar di Brembate dove Sharon era impiegata da un anno e mezzo (e dove i cronisti, nei primi giorni, hanno notato i libri del fondatore). Riunioni da frequentare il lunedì. Corsi da pagare con qualche migliaio di euro. Nessuna relazione con l’epilogo tragico dell’esistenza di Sharon, ma i costi (è la domanda) potrebbero essere stati un motivo sufficiente per suscitare una discussione, causare un disaccordo, un dissidio all’interno dell’armonico quadro del ménage della vittima? Una verifica che sarebbe stata fatta sia sentendo i familiari di Sharon sia, in precedenza, nel corso della seconda, fluviale (5 ore) testimonianza di Sergio Ruocco, legato a Sharon da 13 anni e suo convivente da tre. Un inquirente parla di “piccola frizione”, per subito ridimensionare il tutto come “poco rilevante”, così come sarebbero da escludere difficoltà economiche della coppia. Sergio Ruocco taglia corto: “Invenzioni giornalistiche”.

“Ufficialmente – rispondono dalla Scientology di Gorle – non abbiamo niente da dire. Lasciateci nel nostro momento di dolore. Chiediamo un attimo di rispetto”. Ha un carattere più ufficiale la mail firmata da Paola Cefis e inviata nei giorni scorsi a Il Giorno. “Nessuna pista Scientology” nell’enigma di Terno d’Isola, anzi, espressione da ritirare immediatamente da parte di chi l’ha usata. “Scientology è la religione della vita, al meglio e completamente vissuta, contenuto questo che si pone in contrasto con l’opaca affermazione” sulla presunta pista. “Per il resto, se potremo essere d’aiuto alle forze dell’ordine per contribuire all’individuazione del colpevole di questo efferato delitto, faremo tutto il possibile”.

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“I proprietari del bar – ha detto ai cronisti Bruno Verzeni, il padre di Sharon – sono di Scientology. All’inizio le avevano proposto di fare un corso sull’essere positivi al lavoro. Ultimamente la sua amica del bar le aveva proposto un corso di rilassamento”. Il corso non mostrava niente di strano, niente di anomalo agli occhi di papà Bruno, che aveva consigliato alla figlia di frequentarlo se lo riteneva utile. Fra febbraio e marzo Sharon e Sergio avevano partecipato, con altre tredici coppie, al corso per fidanzati tenuto alla parrocchia di Terno d’Isola. “Sharon – dice don Angelo Giudici, da cinque anni parroco di Terno – ha fatto qui un corso per il matrimonio religioso e mi sembrava molto convinta della scelta. Per questo non credo che avesse un’aderenza particolarmente stretta con Scientology, a parte i due corsi frequentati, uno per l’interazione con i clienti e l’altro per il rilassamento. A me sembrava animata dalla fede cristiana e convinta della scelta di un matrimonio cattolico”.