GABRIELE MORONI E BEATRICE RASPA
Cronaca

Omicidio vigilessa Temù, i volti di Mirto Milani: mente lucida, ragazzo fragile e affarista spregiudicato

Brescia, la figura al centro del trio che ha assassinato Laura Ziliani emerge in diverse sfaccettature dai racconti delle imputate in aula: "Era interessato solo al nostro patrimonio"

Mirto Milani; a destra, Silvia e Paola Zani

Quale è il vero Mirto Milani? Tre volti. Tre ritratti. Quello dell’inizio, l’elemento forte, la mente più lucida del trio che è andato a comporre con le sorelle Silvia e Paola Zani, dividendosi equamente in una relazione in parallelo con entrambe? Al contrario il ragazzo fragile, che nel vecchio carcere bresciano di Canton Mombello, confessa imprudentemente al compagno di detenzione l’omicidio di Laura Ziliani? C’è un ultimo ritratto, il terzo. È quello di un affarista spregiudicato tratteggiato nell’aula della Corte d’Assise di Brescia da Paola Zani. La minore delle tre figlie di Laura Ziliani ha rovesciato addosso a Milani il sospetto che "volesse farci del male" e quello di una macchinazione subdola per indurre le sorelle a pensare che la madre volesse liberarsi di loro.

"Dopo aver trovato la soda caustica nel salino - ha detto quando era ormai sera la ventunenne Paola -, ho pensato che fosse stato Mirto a volerci fare del male e anche mia sorella ha avuto il sospetto e glielo aveva chiesto. Mi ero detta che forse era solo interessato al nostro patrimonio". "Dopo l’interrogatorio davanti al pm l’ho pensato che fosse stato Mirto a piazzare le cose e farci credere che mamma volesse farci del male". E le «cose» erano candeggina nel bricco del latte, una pastiglia spezzettata di una sostanza caustica nel salino, sostanze non meglio definite in un vasetto di Nutella e in uno di marmellata.

Ventinove anni, figlio d’arte. Un virtuoso. Mirto Milani è un sopranista. Chitarra classica, sax tenore, pianoforte. Dopo il diploma da geometra, laurea triennale in Scienze psicologiche con una tesi su "Musica e DSA. L’incontro di due universi". È felice anche il mondo di Mirto. Un piccolo mondo ridotto in frantumi nel settembre di due anni fa dall’ordinanza di custodia firmata dal gip di Brescia, Alessandra Sabatucci, che porta in carcere Mirto e le sorelle Zani.

Il patrimonio immobiliare di Laura Ziliani è cospicuo. Mirto, annota l’ordinanza, è "all’evidenza unico soggetto incaricato dell’amministrazione del patrimonio". Un ruolo che in aula Milani ha negato. Il giovane Milani cede. Al compagno che divide con lui le giornate in carcere proclama, all’inizio, la sua innocenza, il suo essere vittima del sistema. Modifica la versione e racconta che lui, Silvia e Paola hanno trovato l’ex vigilessa morta, al mattino, sull’uscio della casa di Temù e che presi dal panico hanno pensato solo a nascondere il corpo. Fino alla rivelazione definitiva.

Mirto vuota il sacco, torna alla notte dell’8 maggio del 2021, alla madre di Silvia e Paola narcotizzata con le Benzodiazepine iniettate nel muffin, soffocata, trasportata sul greto dell’Oglio e lì sepolta. Sta male, dopo la confessione, il giovane Milani. Ha un crollo nervoso, viene ricoverato. Il due volti. I due ritratti di Mirto. Ma la galleria non era ancora completa.