Orio al Serio (Bergamo) – «Tra due anni si arriverà qui in treno". Strategia che vince non si cambia. Come tre anni fa guarda al futuro Giovanni Sanga, presidente di Sacbo, la società che gestisce l’aeroporto di Orio al Serio: nei primi sette mesi dell’anno lo scalo bergamasco ha visto una crescita di viaggiatori a due cifre (+16,8%) rispetto al 2019.
Presidente, come spiega questo risultato?
"Quando tutto si è fermato per il Covid, noi abbiamo deciso di guardare al futuro. È stata una scelta netta, del presidente e del Consiglio di amministrazione di Sacbo: pensare subito alla ripresa".
La pandemia è arrivata nell’anno record di Orio (13,8 milioni di viaggiatori): è riuscito subito a guardare al futuro?
"La prima reazione è stata drammatica: la situazione dell’aeroporto si inseriva nel contesto complessivo. Arrivavo qui ed era tutto fermo, i mezzi parcheggiati sulle piazzola di sosta, l’autostrada solitamente trafficata vuota. Mi sembrava tutto sospeso. In quel momento Sacbo ha trovato la forza di reagire e di non fermarsi. In una parola di investire: il risultato di questi primi sette mesi lo si deve soprattutto a questo coraggio".
In cosa avete investito e quanto?
"In tre anni abbiamo deliberato 260 milioni per ampliare sia l’area partenze, sia l’area arrivi. Durante il lockdown abbiamo completato i cantieri e nel 2022 abbiamo inaugurato 25 gate: 15 per le destinazioni dell’aerea Schengen (27 Paesi europei), 10 per i Paesi extra Schengen. La decisione di distinguere le due aree non è banale: richiedono procedure di accesso differenti, separarle ha permesso di velocizzare le operazioni. Il personale di Sacbo non è stato tagliato, anzi l’anno scorso abbiamo incrementato l’occupazione del 10%. Al 31 dicembre 2021 abbiamo chiuso la cassa integrazione, ragionando come se a inizio 2022 si tornasse a regime. Invece la normalità era ancora lontana, ci si muoveva col Green Pass".
Nella crescita del 2023 siete stati agevolati dalla ripresa dei flussi domestici?
"Da altri due fattori oltre agli investimenti sull’infrastruttura aeroportuale. Il primo è la crescita dell’offerta: oggi Orio propone 140 destinazioni in 40 Paesi del mondo, con la possibilità di diventare virtualmente un aeroporto intercontinentale grazie al collegamento con Dubai e Istanbul. Una volta arrivato a Dubai ti colleghi ad altri 200 aeroporti. L’altro fattore riguarda l’alta valutazione della qualità dei servizi che riceviamo a livello europeo: siamo una struttura misurata ma efficiente nei percorsi di accompagnamento alle varie fasi. È fondamentale per un mondo che chiede di non perdere tempo".
Guardando al futuro, se scriviamo 2026 cosa risponde?
"Orio sarà tra i primi, se non il primo, aeroporto di riferimento per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina. Nel giro di due anni avremo la fermata ferroviaria: dalla stazione di Milano Centrale si potrà arrivare direttamente qui ed è un investimento anche in chiave di sostenibilità ambientale. Uno studio dell’Università di Bergamo ha rivelato che il 30% degli arrivi in aeroporto avverrà col treno".