Bergamo, 18 marzo 2020 - Un primo sopralluogo ieri, un altro oggi. Se marcerà tutto a dovere, entro il fine settimana la Fiera di Bergamo accoglierà i primi pazienti nell’ospedale da campo dell’Associazione nazionale alpini.
La conferma del progetto a cui lavorano Protezione civile, Regione Lombardia e Asst Papa Giovanni XXIII è arrivata ieri dal commissario all’emergenza Angelo Borrelli. Darà fiato alle strutture ospedaliere orobiche, che hanno sfiorato il punto di non ritorno: tutti occupati gli 80 posti in terapia intensiva del Papa Giovanni XXIII, in poche ore ne sono stati ricavati altri 12. Ma si cammina sul filo del rasoio. Così scendono in campo gli alpini, con un ospedale da campo che di emergenze ne ha affrontate diverse: dallo tsunami nel 2004 al terremoto in Abruzzo nel 2009. E ora la guerra al coronavirus. "Prevediamo il dispiegamento di parte del nostro ospedale leggero – spiega Sergio Rizzini, direttore dell’ospedale da campo Ana – e di buona parte dell’ospedale maggiore, la più grande struttura sanitaria campale d’Europa".
Obiettivo, ospitare i pazienti che si avviano alla guarigione. Niente terapia intensiva. "Per quella non può andare bene la tensostruttura. Invece ci saranno 2 ambulatori, un container con la radiologia e uno per le analisi. Installeremo 12 tende, ciascuna divisa in due stanze da 4 posti: in tutto 96 posti letto con ossigeno". E poi 4 tensostrutture per i pazienti meno gravi, con 200 posti letto. Ogni giorno vi lavorerà un centinaio di persone.