Fonteno (Bergamo) – Ottavia Piana è a casa dopo una lunga degenza in ospedale. Ma le indagini sotto terra, negli anfratti dell’Abisso Bueno Fonteno, non si sono (quasi) mai fermate. Nonostante l’infortunio della collega, i volontari dell’associazione Progetto Sebino hanno proseguito in questi giorni la missione scientifica iniziata assieme all’amica (che in futuro potrebbe portare benefici a tutto il comprensorio) raggiungendo il traguardo dei 38 chilometri topografati: gli ultimi tre in meno di un mese. E presto potrebbero diventare di più. Prima però di poter fornire tutti i dati relativi alla nuova scoperta del gruppo bisognerà attendere l’esito delle prossime discese negli “Universi Paralleli”, il tratto di grotta oggetto della nuova fase di esplorazione. La zona che gli speleologi stanno mappando è suddivisa a sua volta in varie ramificazioni. In totale, per ora, sono stati percorsi e svelati circa tre chilometri di gallerie, cascate, laghetti, grotte e canyon.
Per Ottavia Piana è arrivato ora il momento di affrontare il lungo percorso di ripresa fisica e psicologica. Dopo una ventina di giorni trascorsi all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, la 32enne bresciana è tornata dalla sua famiglia. Il dramma è alle spalle. Il 14 dicembre la giovane era rimasta intrappolata mentre si addentrava nel reticolo sotterraneo dell’Abisso Bueno Fonteno – che si estende per circa 515 metri in profondità – assieme a una squadra di speleologi esperti. Era precipitata in una grotta per circa sei metri, nel buio del complesso sistema carsico nascosto sotto le montagne dell’Alto Sebino e della Valle Cavallina, dopo il cedimento di una roccia sulla quale aveva poggiato i piedi. I soccorritori intervenuti da tutta Italia avevano impiegato 80 ore per riportare in superficie la 32enne che nella caduta aveva riportato diverse fratture. Una corsa contro il tempo che aveva tenuto il Paese con il fiato sospeso.
Il lavoro scientifico cominciato con Ottavia Piana nel mese di novembre non è finito. Il 23 del mese, di rientro da una spedizione in grotta, i volontari del Progetto Sebino avevano raccontato sul loro blog gli aggiornamenti del programma di esplorazione: stavano lavorando con punte, martelli e trapani per verificare la presenza di un ipotetico nuovo tracciato di gallerie. Il primo a introdursi negli “Universi Paralleli” era stato uno speleosub che, armato di artva, uno strumento speciale per la ricerca, aveva contribuito a creare e poi ad allargare un foro in una parete. A quel punto si era aperto il passaggio che ha permesso e sta permettendo al gruppo di indagare altre zone inesplorate dell’Abisso Bueno Fonteno.
Tra i primi a percorrere quei nuovi sentieri sotterranei c’era anche Ottavia Piana. “La sua squadra ha topografato 900 metri, ma la via principale continua ancora e lungo il tragitto ci sono molti arrivi”, raccontano da Progetto Sebino. Le novità del progetto di ricerca, sostenuto da Uniacque (la società che si occupa dell’erogazione dell’acqua nella ergamasca) e dal Lions Club Valcalepio Valle Cavallina, verranno presentate il 31 gennaio nella sala consiliare del Comune di Solto Collina. Grazie a fotografie e video girati nel sottosuolo, ci si potrà immergere nelle profondità dell’Abisso Bueno Fonteno che si estende per chilometri e chilometri sotto ai piedi di chi vive e lavora nel Sebino bergamasco.