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Ottavia Piana è in salvo: recuperata nella notte la speleologa intrappolata nella grotta

“È uscita! Ce l’abbiamo fatta. Nell’ultimo tratto ci dava lei la carica”. Alle 3.15 i soccorritori sono riusciti a riportarla alla luce. Le operazioni sono state complesse, ma la 32enne è rimasta sempre "lucida e cosciente”. Ha riportato fratture facciali e a un ginocchio, a traumi alle vertebre e alle costole. Da giorni era bloccata nella Bergamasca, ora è in ospedale

Bergamo, 18 dicembre 2024 – È stata riportata in superficie Ottavia Piana, la speleologa bresciana di 32 anni rimasta intrappolata sabato in una grotta. “È uscita! Ce l’abbiamo fatta”. Ad annunciare il successo dell’operazione di recupero è stato Alberto Gabutti, della direzione nazionale del Cnsas, che ha sovrinteso l'operazione di soccorso durata 75 ore. "Nell'ultimo tratto ci dava lei la carica", ha detto Corrado Camerini, delegato lombardo.

Erano le 3.15 di questa notte quando i soccorritori l’hanno portata finalmente in salvo. La donna era rimasta bloccata dopo una caduta in una parte inesplorata della grotta 'Abisso Bueno Fonteno' in provincia di Bergamo. I volontari del Soccorso alpino, che hanno portato a termine il salvataggio, hanno riferito che la speleologa, seppure stanca e dolorante, è rimasta sempre "lucida e cosciente". Ma la 32enne è apparsa molto provata e ferita. Ci sono volute 75 ore per riportarla alla luce e una task force di 120 volontari: ecco come sta Ottavia Piano. 

La barella con la speleologa Ottavia Piana portata fuori dalla grotta nell'Abisso Bueno Fonteno, nella Bergamasca
La barella con la speleologa Ottavia Piana portata fuori dalla grotta nell'Abisso Bueno Fonteno, nella Bergamasca

Come sta Ottavia Piano

La speleologa, una volta presa in carico dall'eliambulanza di Areu 118, è stata trasportata all'ospedale di Bergamo per essere sottoposta ad accertamenti. Secondo i medici soccorritori entrati nella grotta, Ottavia Piana ha riportato fratture facciali e a un ginocchio, oltre a traumi alle vertebre e alle costole.

Nell'ultimo tratto i soccorritori hanno potuto accelerare il passo, anche su suggerimento dei sanitari che dovranno ora valutare con attenzione le sue condizioni di salute. Subito è stata trasportata in elisoccorso all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo con l'elicottero decollato nella notte da Sondrio. A Fonteno sono arrivati anche i familiari di Ottavia. 

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Ottavia Piana, la speleologa di 32 anni rimasta intrappolata in una grotta nella Bergamasca

Il racconto: “Ce l’abbiamo fatta”

“Finalmente dopo quattro giorni ce l’abbiamo fatta. Ed è finita così”, ha detto con un grandissimo sorriso Alberto Gabutti del Soccorso alpino, che ha smorzato la lunga tensione accumulata ora dopo ora. “È in condizioni stabili, ora è fuori è ha la possibilità di essere curata nel modo più opportuno.

“È stato un intervento complicato, ma ha avuto i suoi frutti. L’operazione è stata complessa e lunga, ma tutti hanno fatto la loro parte nel modo migliore possibile e il risultato c’è stato. Un risultato lungo e sofferto. Ci sono voluti quasi 120 tecnici che turnavano ogni 15 ore, avevamo sempre una ventina di tecnici in grotta e una struttura allestita fuori dalla grotta. Coordinare operazioni così complesse non è banale”. 

Giorno dopo giorno, ora dopo ora, i volontari arrivati da varie zone d’Italia hanno dato il tutto per tutto per riportare Ottavia alla luce. Un intervento difficile e disperato. Poi ieri mattina qualcosa è cambiato. “C’è stata un’accelerazione perché non abbiamo più avuto la necessità di fermare la barella per controllarla e darle da mangiare. È normale in queste situazioni dare tempo alla persona di riprendersi, di curarla, di controllarla bene. Nella notte i tempi morti sono più lunghi. Poi questa mattina (ieri per chi legge) siamo partiti e siamo riusciti in 20 ore a portarla fuori del tutto”.

I soccorritori: "Ci dava lei la carica”

"È stata la stessa Ottavia Piana a incoraggiare i suoi soccorritori, fino a quando, alle 3,15, è stata portata fuori dalla grotta 'Abisso Bueno Fonteno', dov'era rimasta bloccata da sabato pomeriggio, per un totale di 80 ore. "Nell'ultimo tratto ci dava lei la carica", ha detto Corrado Camerini, delegato lombardo. Per il suo soccorso sono stati impegnate in tutto 159 persone, tra Soccorso alpino e vigili del fuoco. L'ultimo tratto è stato percorso più velocemente del previsto, grazie ai tratti disostruiti in precedenza e per la valutazione dei sanitari di evitare soste prolungate.

"Il nostro scopo è fare il nostro mestiere con risultato: la risposta dal Soccorso alpino è quella che ci aspettavamo. Il nostro Soccorso alpino è tra i più efficaci a livello europeo e anche questo l'ha dimostrato", ha detto ancora Camerini.

Le operazioni di recupero

Difficili e molto complesse le operazioni di recupero sia per le condizioni di salute della speleologa che per il rischio di crolli all'interno della grotta. I soccorritori sono sempre stati in contatto con l'esterno grazie a un cavo telefonico tirato lungo tutto il percorso.

Le attività di soccorso erano iniziate alla mezzanotte del 15 dicembre e si sono concluse in anticipo rispetto alle tempistiche stimate e hanno visto l'impiego di 159 tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico provenienti da 13 Regioni. Determinante è stata la sinergia tra le varie squadre che si sono avvicendate durante la missione di recupero, in cui la donna infortunata è stata costantemente monitorata e assistita da un totale di sei medici e otto infermieri del Soccorso alpino e speleologico.

Una volta uscita dalla grotta, la barella è stata trasferita dalle squadre del Soccorso alpino e speleologico in un'area in cui i vigili del fuoco hanno predisposto un punto idoneo al recupero dell'elisoccorso tramite verricello. Le operazioni di soccorso si sono protratte ininterrottamente per 75 ore. Oltre al Soccorso alpino hanno collaborato Areu 118, Prefettura di Bergamo, vigili del fuoco, carabinieri, Comune di Fonteno e la Protezione Civile locale.