Sono nove gli episodi di violenza che vengono contestati a un medico settantenne di medicina generale convenzionato con il sistema sanitario nazionale. Episodi che vanno, come periodo temporale, dal 2021 al gennaio 2024. Siamo in un comune dell’hinterland, non lontano dalla città. L’accusa è violenza sessale. Ieri udienza preliminare in abbreviato davanti al gip Storto. Assistito dagli avvocati Olivati e Agazzi, il pubblico ministero Fabio Magnolo, titolare del fascicolo, ha chiesto per l’imputato 7 anni e mezzo, pena ridotta a 5 anni per via del rito abbreviato. La sentenza nell’udienza in programma il 19 novembre. In un caso si è trattato di gesti subdoli, secondo l’accusa, subdoli e repentini messi in atto dal medico, come emerso dalle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Zogno, durante una visita a pazienti. Gesti consistiti, ad esempio, nello stringere un seno e palparlo in assenza di alcuna esigenza diagnostica o del consenso della persona offesa. In un altro episodio contestato, l’imputato, sempre durante la visita, avrebbe allungato le mani toccando in modo "libidinoso" la zona dell’inguine, senza che ve ne fosse la necessità.
Un gesto che non rientrava in nessuna esigenza diagnostica. Sempre nelle parti intime, che sembra essere un leit motiv che viene riscontrato anche in altri episodi. Come quello in cui il dottore aveva palpeggiato le natiche di una ragazza che era stata accompagnata dalla mamma per una visita. E così per altre due circostanze: se non erano toccamenti dei seni, erano quelle delle natiche. Le pazienti che hanno subito queste forme di violenza durante la visita decidono di rivolgersi ai carabinieri che avviano le indagini. Prima un caso, poi un altro ancora, tant’è che il numero degli episodi contestati dall’accusa salgono a nove. Gli accertamenti degli investigatori fanno emergere le responsabilità del dottore in tutta la sua responsabilità, anche perché i palpeggiamenti e o toccamenti avvenivano senza alcuna esigenza diagnostica o del consenso della parte offesa, fatti aggravati, secondo l’accusa, dall’essere stati commessi con violazione de doveri inerenti al pubblico servizio di medicina generale convenzionato con il sistema sanitario. F.D.