Bergamo, 19 febbraio 2024 – Se fossero rimasti in Turchia, il loro Paese, forse a quest’ora potrebbero trovarsi in carcere. In un regime di detenzione che con gli oppositori politici è particolarmente duro. Sono fuggiti per sfuggire alla magistratura di Erdogan, via dalla Turchia, approdo in Grecia, l’acquisto di passaporti contraffatti, e da lì l’approdo in Italia, prima di raggiungere la meta finale. La loro intenzione era quella di raggiungere la Germania, Francoforte, e qui una volta sbarcati richiedere asilo politico per sfuggire all’arresto. Un progetto riuscito a migliaia di turchi che tradizionalmente vedono la terra tedesca come meta della fuga o dell’immigrazione economica.
Sono marito e moglie, entrambi di 33 anni. Lui ingegnere tessile, lei laureata all’università di Istanbul in sociologia e geografia faceva l’insegnante: preparava i giovani studenti all’università. La loro storia è venuta a galla, parola dopo parola (grazie anche alla traduttrice) in un’aula di tribunale a Bergamo, dove la coppia si trovava per essere processata con rito direttissimo per aver presentato alle autorità documenti falsi. Alle domande del giudice Guadagnino, è toccato all’uomo per primo narrare la loro disavventura che dalla Turchia li ha portati all’aeroporto di Orio al Serio, dove sono stati fermati dagli agenti della Polaria in servizio allo scalo bergamasco. "Siamo scappati dal nostro paese per motivi politici. Ci riconosciamo nelle idee del partito gulemista (che si richiama a Fethullah Gulen, predicatore e politologo turco, studioso dell’Islam e leader del movimento Gulen, conosciuto come Hizmet)". Gulen, inizialmente alleato di Erdogan, è oggi il ricercato numero uno in Turchia, perché viene considerato dal presidente e dal suo partito il principale responsabile del fallito colpo di Stato di otto anni fa. La coppia non si riconosce in Erdogan e per evitare di fare la fine di molti sostenitori di Gulen, oggi rifugiato negli Stati Uniti, ha deciso di fuggire. "Mia moglie – continua il racconto – è stata condanna a sei anni e tre mesi di carcere proprio per motivi politici. Siamo oppositori di Erdogan. E pensare che avevamo deciso di avere un figlio, ma abbiamo rinunciato". Proprio per questo la coppia aveva intrapreso un percorso grazie all’inseminazione artificiale, che hanno dovuto abbandonare. Ad un certo punto il giudice chiede: "Ma come avete raggiunto la Grecia?". E qui il resoconto del loro viaggio assomiglia a un pellegrinaggio. "Siamo arrivati in Grecia a piedi, signor giudice, attraversando a piedi i fiumi". Rischiando sulla propria pelle di non riuscire a compiere questa sorta di vagabondaggio per la libertà. Una volta ad Atene, i due coniugi hanno acquistato un passaporto del Nicaragua pagandolo 6mila euro (tre mila ciascuno).
Abilmente contraffatto ma non tanto da passare inosservato agli agenti addetti al controllo dei documenti allo scalo di Orio al Serio, dove sono atterrati e dove sono stati fermati in seguito a un normale controllo. Al termine del processo marito e moglie (assistiti da un avvocato d’ufficio) sono stati assolti per tenuità del fatto, cosi come aveva chiesto anche l’accusa. Sono tornati liberi, ma il loro viaggio della speranza non si è ancora concluso. Il giudice non ha calcato la mano, ma marito e moglie dovranno ora compiere l’ultima parte del viaggio, per chiedere asilo politico in Germania. ancora in quella zona grigia dove si muovono i rifugiati.