
di Michele Andreucci
Negli ultimi 10 anni il valore della produzione ha perso 5 miliardi di euro in valore assoluto. E’ la fotografia che emerge dall’analisi che la Camera di Commercio di Bergamo ha effettuato sui bilanci aggregati degli anni 2010-2019, realizzando uno studio sull’andamento economico delle imprese tenute a depositare il bilancio e aventi sede nella Bergamasca (società di capitali, i consorzi e le cooperative che rappresentano le imprese maggiormente strutturate sul territorio; escluse dallo studio, invece, le imprese individuali che non devono depositare il bilancio). In particolare, il valore aggiunto ha registrato un incremento di 743 milioni di euro e il risultato netto di 1,7 miliardi.
I dati disgregati per settore economico mostrano che il settore manifatturiero risulta il comparto trainante dell’economia bergamasca con un valore della produzione di 25,6 miliardi. A seguire si trovano il comparto del commercio e quello dei servizi alle imprese. Il manifatturiero è il primo settore anche in termini di risultato netto con 1,1 miliardi di euro. A seguire i servizi alle imprese, le assicurazioni e il credito e il commercio.
Le grandezze economiche, analizzate in base alle dimensioni, mostrano che le micro imprese detengono il valore più alto di risultato netto. A seguire le grandi imprese, le medie imprese e le piccole imprese. In relazione all’incidenza percentuale, invece, le grandi imprese racchiuduno il 33,3% del valore della produzione provinciale, seguite dalle medie imprese, dalle piccole e dalle micro imprese. Le imprese che hanno registrato perdite sono il 27,7% di quelle oggetto dello studio della Camera di Commercio, con un valore della produzione di 5,4 miliardi di euro. Il 29,7% delle imprese in utile sono attive nel comparto dei servizi. Tra quelle in perdita, le imprese dei servizi rappresentano il 38,3%, a seguire il settore delle costruzioni, la manifattura e il comparto del commercio.