Terrorismo, il pizzaiolo di Bergamo aspirante jihadista nega tutto: “Non volevo colpire la chiesa”

La sua legale ha annunciato che chiederà la revoca della misura cautelare

Una delle immagini postate sui social dal giovane egiziano arrestato per terrorismo e mostrate durante la conferenza-stampa

Una delle immagini postate sui social dal giovane egiziano arrestato per terrorismo e mostrate durante la conferenza-stampa

Bergamo – Ha negato di essere un terrorista e anche di aver avuto intenzione di colpire la chiesa di Sant’Alessandro in Colonna a Bergamo, situata non lontano dalla pizzeria in cui aveva trovato lavoro. Si è difeso, il giovane egiziano E.S., arrestato il 4 ottobre nell'ambito di un’operazione antiterrorismo, domiciliato ad Alzano Lombardo. 

Rispondnedo al gip di Brescia ha negato, appunto, quanto gli viene contestato dalla Procura in base alle indagini svolte dalla polizia. "Il mio assistito ha negato ogni addebito e dato una spiegazione per filo e per segno in merito a quanto gli viene contestato" dice all'AGI l'avvocata Laura Schiffo che lo assiste. Gli inquirenti avevano motivato la misura cautelare anche col timore che il 22enne pizzaiolo avrebbe potuto compiere un attentato "nei prossimi giorni" sottolineando anche il suo attivismo sui social per "condividere e diffondere" idee delle frange più estremiste dell'islamismo. La legale ha annunciato che chiederà la revoca della misura cautelare.

L’indagine sul 22enne di origini egiziane arrestato a Bergamo con l'accusa di apologia del terrorismo è iniziata a settembre quando gli investigatori hanno approfondito le segnalazioni sul giovane per lo spiccato attivismo su diversi social in merito a tematiche jihadiste.

“In particolare, grazie alle evidenze investigative - si è rilevato come il giovane si sia costantemente impegnato nella condivisione ed esaltazione sul web di contenuti apologetici riguardanti l'IS e la Jihad Islamica Palestinese e la pratica del martirio”.