FRANCESCA MAGNI
Cronaca

Bergamo, le polveriere veneziane: un patrimonio invisibile

Le strutture seicentesche lungo le Mura sono nascoste dalla vegetazione. Eppure i cartelli illustrativi continuano a “ingannare“ i visitatori, che non le trovano

La polveriera superiore di San Marco ricoperta dalla vegetazione

Bergamo, 3 settembre 2020 - Le polveriere veneziane seicentesche di Bergamo, parte dell’opera di fortificazione delle Mura, hanno bisogno di un restyling. A denunciarlo diversi cittadini e qualche turista in visita che, trovandosi a passare in via Costantino Beltrami, ai piedi della scaletta che conduce all’orto botanico Lorenzo Rota, aguzzando la vista verso il baluardo di Castagneta non hanno potuto fare a meno di notare le condizioni critiche in cui si trova la polveriera superiore di San Marco, oggi di proprietà comunale. Alberi di fichi, erbacce, cespugli, vegetazione spontanea incolta e mal tenuta, incombe sulla piramide superiore invadendo tutto attorno il blocco di base della polveriera superiore e offuscandone il rigore tipico dell’architettura militare. L’altra, quella inferiore, situata su terreni privati ma di interesse pubblico per la posizione e la presenza della polveriera, si trova nella valletta tra Colle Aperto (la parte alta da Val Verde) e Porta San Lorenzo ma, a quanto riportano diverse testimonianze, l’unico cartello che ne indica la presenza è coperto da rami, rovi e dalla fitta vegetazione, cresciuta sui terreni che da via Beltrami scendono fino a Porta San Lorenzo.

"Le polveriere fanno sono parte integrante della storia della nostra città – spiega un gruppo di amici in visita alle polveriere – proprio per questa ragione è utile, quando serve, richiamare l’attenzione dei nostri amministratori e sollecitare la cura nei confronti del patrimonio storico e artistico. Le antiche polveriere sono un bene storico culturale e da quando le Mura venete sono entrate a far parte del patrimonio Unesco, è assolutamente necessario un occhio in più di riguardo a tutti gli elementi che ne fanno parte, cartelli segnaletici compresi, fondamentali per indicarne la presenza". Curiosando, la polveriera di via Costantino Beltrami fu costruita a fine ‘500, così come quella nella valletta di Colle Aperto, in pietra arenaria formata dalla sovrapposizione di una piramide a un parallelepipedo voltato. Spessa 2 metri e alta 7, la polveriera garantiva l’impermeabilità, necessaria alla buona conservazione delle polveri da sparo, grazie alla sommità imbottita in piombo. Le mura e le polveriere, parte integrante del sistema di difesa della città costituite dalle mura veneziane, sono, ad oggi, le uniche strutture militari veneziane rimaste intatte. "Prendiamo atto e raccogliamo le segnalazioni dei nostri cittadini in merito alla questione delle due polveriere – dichiara l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Bergamo, Marco Brembilla – a quanto riportato sembra, infatti, che le polveriere siano sovrastate dalla fitta vegetazione cresciuta spontaneamente sopra di esse. Sarà compito, quindi, della nostra Amministrazione verificare le effettive condizioni in cui le due polveriere si trovano, compreso i cartelli che segnalano la loro presenza".