
Le ipotesi del suicidio e della caduta accidentale all’inizio delle indagini erano state prese in considerazione, "perché di fronte...
Le ipotesi del suicidio e della caduta accidentale all’inizio delle indagini erano state prese in considerazione, "perché di fronte al corpo dell’anziana signora, indubbiamente precipitata nel vuoto, erano ragionevoli. Ma concluse le indagini, a fine dibattimento, entrambe ipotesi sono risultate congetture del tutto prive di ogni riscontro empirico". È un passaggio delle motivazioni della sentenza di condanna a 18 anni di Krystyna Mykhalchuk (nellafoto), la colf ucraina di 28 anni accusata di avere ucciso Rosanna Aber, 71 anni, vedova, spingendola dalla finestra di casa, al quarto piano del condominio di via Einstein, al quartiere Colognola, in città. La Mykhalchuk è stata condannata anche per il furto del denaro prelevato alla vittima (2mila euro) che lei aveva confessato raccontando in aula i suoi problemi di ludopatia. Per la corte non c’è dubbio: Rossana Aber è stata sollevata dall’imputata e scaraventata dal quarto piano a terra. Gli elementi acquisiti non lasciano alcun dubbio residuo. Il movente. Secondo la corte l’imputata voleva evitare di essere scoperta dalla vittima per gli indebiti prelievi effettuati in banca con la tessera bancomat della signora. Come? Eliminando l’unica testimone. Anche perché una eventuale denuncia penale sarebbe stata ferale per la colf.
"E così perse la testa e decise di eliminare la vittima. La prese da dietro, forse la spinse per farle perdere l’equilibrio, la afferrò, e la spinse sopra il parapetto della finestra per poi accovacciarsi e spingere fuori le gambe della vittima tese, perché in qualche modo la Aber cercò, invano, di opporre resistenza". Le braccia della vittima erano libere verso l’interno della stanza. Quanto al vociare di donne (percepito da un paio di testi) "si spiegano con un inizio di discussione, poi sfociano nelle grida della vittima che comprese, prima della definitiva precipitazione, delle intenzioni dell’imputata mentre, verosimilmente, quest’ultima le diceva di stare zitta, ovvero cercava di coprire con le sue, le urla della Aber". Il movente, direttamente collegato alle condotte appropriative finalizzate a finanziare la ludopatia della quale l’imputata era afflitta, trova conferma nelle registrazioni in cui la Mykhalchuck discuteva con il compagno per la continua emorragia di denaro determinata dalla dipendenza dell’imputata al gioco d’azzardo e l’atteggiamento reticente di occultare le proprie responsabilità.
F.D.