Si trovava in ospedale, al Luigi Sacco di Milano, dove era stato trasferito dal carcere milanese di Bollate. Era detenuto per scontare la condanna per una estorsione messa a segno a Brescia, ma da tempo accusava problemi di salute. Da qui il trasferimento nell’ospedale milanese. Da dove il 17 agosto, Principe Horvat, 33 anni, della famiglia rom della Valle Cavallina resasi protagonista nel 2017 della sparatoria in una piazza di Trescore Balneario contro il clan rivale dei Nicolini, è uccel di bosco. È scappato.
Era in ospedale per problemi di salute e così il magistrato di sorveglianza ne ha disposto il ricovero senza piantonamento perché il 33enne ha una fine pena abbastanza ravvicinata (15 novembre 2024) e perché si era dimostrato disciplinato costituendosi quando era andata in esecuzione la condanna. Senza sorveglianza, il 17 agosto Principe Horvat ha abbandonato l’ospedale: non è escluso che all’esterno ad attenderlo ci fosse un complice. Ora è ricercato da carabinieri e polizia.
Ma perché allontanarsi da una struttura ospedaliera che lo stava curando quando, come ha sottolineato il suo avvocato, Ruggiero Fiorella, dopo l’estate il 33enne avrebbe avuto buone possibilità di ottenere la scarcerazione per problemi di salute? "Perché il mio assistito ha una patologia importante, teme di tornare in carcere dove non ci sono cure adeguate. Io credo che si sia allontanato per potersi curare adeguatamente".
L’ultima vicenda giudiziaria nella Bergamasca ha visto Principe rinviato a giudizio a luglio per l’autosalone fantasma di Petosino. È accusato assieme al fratello Fardi, 31 anni, e al papà Desiderio, 53 anni, di aver dato vita a un giro di truffe sulla compravendita di auto usate che passava anche per una concessionaria aperta nella frazione di Sorisole il 3 dicembre 2019 e chiusa nel giro di pochi giorni.
Anche nel novembre 2018, quando stavano scattando le ordinanze di custodia cautelare per la sparatoria di Trescore Balneario, Principe Horvat aveva provato a sfuggire alle manette nascondendosi nel bagagliaio della sua Audi parcheggiata in garage, uno dei modelli del suo vasto parco auto, che annoverava anche una Ferrari rossa ostentata su Facebook.
Quello di nascondersi nel bagagliaio dell’auto era stato un espediente per cercare di evitare il carcere e continuare la vita di sempre. Ma non gli era andata bene. I carabinieri della Compagnia di Bergamo lo avevano scovato rannicchiato nel baule. Un’altra fuga, adesso, ma da un ospedale dove era ricoverato per motivi di salute. "Gli rimangono pochi mesi di carcere – ha sottolineato il suo avvocato – penso che sarebbe da stupidi allontanarsi se dietro non ci fossero motivi validi".